Stato giuridico per legge anziché per contratto

Stato giuridico per legge anziché per contratto: è quanto chiede l’Anp (www.anp.it) davanti al nuovo contratto degli insegnanti ipotizzato nell’intesa dei giorni scorsi.

Dopo la richiesta dei giorni scorsi inviata al premier, al ministro Moratti, alla funzione pubblica e alla Corte dei Conti per bloccare l’ipotesi di contratto degli insegnanti, viziata, secondo l’Anp, da profili di illegittimità per l’invasione di campo operata in materie non contrattabili, perché sono riserva di legge, l’Associazione nazionale presidi, unitamente alle altre associazioni che raccolgono le alte professionalità della scuola, ha inviato una lettera aperta al ministro dell’istruzione, alle commissioni scuola di Camera e Senato e ai gruppi parlamentari, chiedendo a Governo e Parlamento “di riappropriarsi delle loro prerogative legislative, sottraendo il destino giuridico, normativo e professionale della categoria docente ad una contrattualizzazione conservatrice che invade in modo arrogante materie che sono riserva di legge”.

Il perché di una simile richiesta sta nell’incoerenza del contratto rispetto alle linee di riforma, nel mancato rispetto dell’atto di indirizzo governativo per il rinnovo contrattuale e anche nel fatto che, secondo l’Anp, la scuola sta per essere consegnata, “in perfetto stile jugoslavo” alle RSU che sono “parlamentini controllati dai sindacati”. Come spiegare, ad esempio, che la RSU della scuola, “in alcuni casi costituite solo da bidelli e amministrativi, possa contrattare le modalità e i criteri relativi all’organizzazione del lavoro e dell’orario dei docenti e individuare i criteri per l’individuazione degli stessi da utilizzare nelle attività (didattiche) da retribuire con il Fondo di Istituto?”