Stato giuridico docenti/2: polemica tra i relatori del ddl e la Cisl

Partita finita qui? Macché. Il segretario generale della Cisl Scuola ha ricordato che “il Parlamento, al di là dei suoi inquilini pro-tempore ha sovranamente legiferato la privatizzazione del rapporto di lavoro anche del personale della scuola da più di un decennio. Questo ha, tra l’altro, significato la modificazione dell’azione sindacale e dello spazio giuridico della contrattazione, non finalizzato ai soli aspetti economici“.
Secondo Scrima “il sindacato, la Cisl Scuola sicuramente, rivendica, in nome dei suoi oltre 200mila iscritti, a pieno titolo la rappresentanza diretta del personale della scuola. E nell’esercizio di questo ruolo la Cisl Scuola si confronta e si pronuncia nel merito delle iniziative parlamentari. Se questa è considerata ingerenza, si pone – ha osservato Scrima – qualche problema di sensibilità democratica“.
A prendere le difese della CISL Scuola è intervenuto l’on. Rusconi della Margherita, membro di punta della Commissione Cultura, sottolineando “la pertinenza delle critiche mosse. Si tratta – dice Rusconi a Tuttoscuoladi una decisione affrettata che maldestramente cerca, tra l’altro, di abrogare la rappresentanza sindacale dei docenti a livello d’istituto. La maggioranza deve capire che con l’indebolimento del principio della rappresentanza la conflittualità crescerà e che il ruolo del sindacato è importante per governare la situazione scolastica“.
Secondo Rusconi “l’introduzione di tre livelli, anche se negata a parole, introduce la gerarchizzazione della funzione docente e la frantumazione del contesto della istituzione scolastica. E questo non può essere accettato“. Sostiene infine l’esponente della Margherita che “la discussione sullo stato giuridico va collocata all’interno dei nuovi scenari istituzionali definiti dall’art. 117 della Costituzione non ancora attuati“.