Spese per la scuola , De Cristofaro: ‘Sono insufficienti’. Turi (Uil Scuola): ‘Valga la Golden rule’

“Le risorse destinate dalla manovra alla scuola sono del tutto insufficienti”. Ad affermarlo è il sottosegretario all’istruzione, Peppe De Cristofaro in un’intervista che apparsa lo scorso 5 novembre su Il Manifesto. “Quelle per la scuola, vanno considerate spese di investimento”, ha ribadito il segretario Uil Scuola, Pino Turi.

“Mi rendo conto delle difficoltà, siamo miracolosamente riusciti a sterilizzare le clausole di salvaguardia. E la sintesi di governo è complessa fra posizioni politiche differenti, storicamente addirittura avverse. Il governo – continua l’intervista a De Cristofaro – è nato con l’obiettivo di sottrarre alle destre un pezzo di consenso sociale. Allora: o puntiamo su quello che parla alla condizione materiale del pezzo di Paese più esposto alla crisi oppure perdiamo la scommessa, e poi il voto. La scuola è luogo ideale per invertire la tendenza. Che non significa solo non tagliare. La scuola ancora risente dei tagli della legge Gelmini. Oggi non ci sono tagli. Ma bisogna cambiare rotta. La scuola italiana non ha bisogno di riforme ma di risorse. In Parlamento bisogna lavorare per trovare più fondi. È singolare che in queste ore si strepiti sulla plastic tax e non si dica mezza parola sulla scuola, il vero investimento sul futuro”.

“Non si può parlare di scuola e di investimento sul futuro solo nelle campagne elettorali per dimenticarsene subito dopo quando si devono fare le scelte – ha ribadito Turi in un comunicato stampa-. Che la squadra di Governo del Miur non pensi più alle dimissioni, ma intenda intraprende un’azione decisa per fare valere le ragioni di azioni strategiche positive per il rilancio della scuola pubblica, è la notizia nuova che mostra una nuova  voglia di invertire le politiche neo liberiste- L’esigenza di connettersi con un pezzo di Paese che interpreta il bisogno di cambiamento e futuro non si può limitare a non fare tagli, ma deve indicare la strada dell’investimento, del rilancio, magari facendo una battaglia in Europa per attivare per la scuola, la Golden rule, ed escludere dal patto di stabilità le spese di investimento”.

“Quelle per la scuola – ha continuato Turi -, vanno considerate spese di investimento – ammonisce Turi. E’ un fatto strutturale e politico. Dall’investimento in istruzione, anche in tempi di congiuntura economica difficile, possono uscire  rafforzate le democrazie della vecchia Europa.  Dalla scuola nasce e si sviluppa una azione culturale collettiva che tutela i cittadini e spinge contro le forze regressive. La Uil Scuola, non getta la spugna e farà ciò che è possibile per indicare la strada del rinnovamento e della vera azione riformista, che rilanci la scuola comunità, come base fondante della partecipazione, dell’inclusione, dell’integrazione, dell’accoglienza, della democrazia stessa”.

“Bisogna incominciare a dare al termine riformismo il giusto valore sapendo che ci sono riforme di destra e riforme socialdemocratiche – ha rilanciato il segretario Uil Scuola. Noi siamo per le seconde, quelle che vedono nella redistribuzione, nella solidarietà e nella visione democratica e della sostenibilità, la nuova frontiera riformista: ciò vale, ad esempio, per la tassazione sulla plastica monouso. Una scommessa che accogliamo positivamente e che è volta ad ottenere il voto su valori e principi di cui la scuola rappresenta il luogo ideale per invertire la tendenza”.