Sperimentazione/1: l'”incognita docenti”

Sembra sempre più probabile che il parere del CNPI sulla bozza del progetto di sperimentazione della Moratti non sarà a sostegno dell’iniziativa. Si profila insomma l’ennesima bocciatura da parte del “parlamentino” della scuola, dopo quelle riservate prima a De Mauro (avvio della scuola di base) e poi alla stessa Moratti (prima stesura del progetto di riforma).
Sul territorio intanto più di 800 scuole hanno fatto sapere, lo ha reso noto lo stesso ministro Moratti, di essere disponibili a partecipare alla sperimentazione. Ma per manifestare la volontà di aderire da parte delle istituzioni scolastiche non basta l’opinione del dirigente scolastico: ha un ruolo decisivo il parere del collegio dei docenti. Ed è proprio questo l’elemento di incertezza che grava oggi sull’iniziativa. Vediamo perché esiste un'”incognita docenti”.
Gli insegnanti tornano ora dalle vacanze, hanno appreso dell’iniziativa sperimentale (che sconvolgerà non poco il loro modo di lavorare) solo dalla stampa, e non si può sapere come i collegi risponderanno alle sollecitazioni dei dirigenti scolastici.
Su questa scelta dei docenti non giocano a favore alcuni elementi: prima di tutto, la non sufficiente conoscenza delle reali caratteristiche e degli aspetti più innovativi oggetto della sperimentazione; negativa anche la mancata formazione a sostegno dell’iniziativa. E poi un peso lo avrà certamente la mancanza di condivisione da parte delle organizzazioni rappresentative dei docenti.
A tutto questo si aggiunge un ulteriore elemento di incertezza: secondo quanto risulta a Tuttoscuola, i documenti ministeriali che illustrano la sperimentazione – diffusi a tutt’oggi sul sito del Miur come bozze datate 24 luglio 2002 – potrebbero essere già in parte superati. Sembra infatti che gli esperti del ministero stiano ritoccando e in certi casi modificando sostanzialmente alcuni capitoli, recependo anche alcune osservazioni ricevute da osservatori esterni sulla bozza frutto del lavoro di vari mesi, ma che fu chiusa in tutta fretta a fine luglio, quando il ministro decise di lanciare da subito la sperimentazione.
Insomma, al di là del numero di scuole che informalmente avrebbero dichiarato una disponibilità, rimane sulla sperimentazione l’incognita su come reagiranno il corpo docente e le altre componenti del mondo della scuola. Fermo restando che il traguardo di 200 istituzioni scolastiche non è comunque a rischio.