Sperimentazione? No grazie

Il Miur ha richiesto al CNPI (Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione) il prescritto parere per attivare dal prossimo anno scolastico una sperimentazione della riforma del secondo ciclo, sulla base dello schema di decreto legislativo approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri.

Il Cnpi si pronuncerà nelle prossime settimane, ma già si può immaginare che dal suo interno (e forse dalla sua maggioranza) verrà un segnale netto di non disponibilità.

Lo fa chiaramente capire la presa di posizione della Cgil-scuola che sul proprio sito (www.flcgil.it) dedica un’approfondita valutazione del progetto ministeriale, esprimendo una critica ad ampio raggio sull’iniziativa.

Sul piano del metodo, il sindacato di Panini prevede che “… scatteranno anche tutti i colpi di mano a cui abbiamo assistito in situazioni analoghe: sperimentazioni attuate d’autorità, senza delibere dei collegi, alla chetichella, di nascosto (quest’anno ci sono di mezzo pure le vacanze), fino all’utilizzo dell’adesione di scuole paritarie o legalmente riconosciute (dove gli insegnanti non hanno strumenti decisionali democratici e partecipativi) per “pompare” il numero delle adesioni e nascondere lo scarso entusiasmo delle scuole pubbliche“.

La Flc-Cgil ironizza sull’affermazione ministeriale, secondo cui la decisione di avviare la sperimentazione sarebbe nata da richieste e da consultazioni; consultazioni che il sindacato ritiene del tutto virtuali e alle quali minaccia opposizione reale.

Secondo il sindacato di Enrico Panini, l’annuncio della sperimentazione richiesta dalle scuole “è funzionale solo alla logica sensazionalista, da riprodurre sui mass media, per poter sostenere che le scuole corrono in massa ad applicare la nuova legge, mentre in realtà gli insegnanti in questi anni sono corsi in massa alle mobilitazioni contro la legge 53“.

È facile prevedere, anche per il secondo ciclo, un autunno caldo.