Sperimentazione e/o riforma?

Cerchiamo ora di valutare la scelta del ministero: è verosimile che le difficoltà di vario genere (finanziarie, politiche, istituzionali, di iter parlamentare) che ostacolano il cammino della riforma generale stiano inducendo il ministro Moratti a battere, in parallelo, anche la strada della sperimentazione attraverso lo strumento delle Intese con le Regioni disponibili.
Al di là delle critiche registrate sul fatto di applicare parti di una riforma ancora non approvata dal Parlamento, in questa operazione coesistono vantaggi e svantaggi. Il principale vantaggio è quello di cominciare a sottoporre ad un serio collaudo il percorso professionale profilato nel Ddl. Lo svantaggio, o il rischio, è costituito dal fatto che le Intese potrebbero promuovere soluzioni organizzative e curricolari anche sensibilmente diverse, il cui consolidamento potrebbe compromettere la coerenza generale della riforma così come è prefigurata nel disegno di legge, e creare difficoltà in sede di emanazione dei decreti legislativi e dei regolamenti, sui quali va acquisita la “previa intesa” con le Regioni. Intesa su che cosa, se nel frattempo le soluzioni poste in sperimentazione saranno andate in direzioni diverse e contrastanti?
E come reagiranno le Regioni non titolari di Intesa, tra cui tutte quelle guidate dal centro-sinistra?
E poi come la prenderà il Parlamento, che in mancanza di un’intesa di fondo tra maggioranza e opposizione ancora una volta sarà chiamato soltanto a ratificare decisioni maturate e codificate in altre sedi istituzionali?