SPECIALE ISCRIZIONI 2003

Piccola guida per genitori e studenti

1. Due milioni di famiglie iscrivono i figli a scuola
Con la ripresa delle lezioni dopo le lunghe vacanze natalizie si avvicina il termine per le iscrizioni al prossimo anno scolastico. Sono quasi due milioni le famiglie italiane impegnate in questi giorni nell’iscrizione dei figli a scuola. C’è tempo fino al 25 gennaio.
Chi è chiamato a quest’importante scelta? L’iscrizione viene fatta solamente per le prime classi di ogni ordine di scuola, mentre gli alunni delle classi intermedie sono confermati d’ufficio, con l’eccezione di quelli che intendono cambiare sede rispetto a quella attualmente frequentata e, soprattutto, degli alunni di quinta elementare (221 mila) di istituti comprensivi, anch’essi confermati d’ufficio (a meno che non decidano di cambiare scuola).
Tutte le iscrizioni vengono effettuate presso la segreteria delle istituzioni scolastiche (direzioni didattiche e presidenze). Ma quello che sembra un facile adempimento comporta comunque, pur nella semplificazione delle procedure, un certo numero di questioni sulle quali avere le idee chiare. Ecco qualche esempio.
Per scuola dell’infanzia, scuola elementare e media si tratta di decidere, tra l’altro, l’opzione per il tempo scuola: in particolare, per la scuola materna (dove il tempo ordinario è per tutta la giornata) si può chiedere eventualmente il solo turno antimeridiano; per l’elementare e la media si può chiedere rispettivamente il tempo pieno e il tempo prolungato. Poi c’è la scelta circa l’insegnamento della religione, la scelta della lingua straniera nella media, lo strumento musicale… Ma soprattutto è la scelta degli istituti secondari di II grado, strategica per l’avvenire dei ragazzi, quella che genera la maggiori preoccupazioni.
Sviluppiamo punto per punto i principali aspetti legati alle iscrizioni scolastiche, con il supporto di dati e cifre.

 

2. Iscrizioni all’infanzia con un occhio al portafoglio
Partiamo dalla scuola dell’infanzia. È infatti momento di iscrizioni anche per i più piccoli che si preparano al primo ingresso nella scuola (sono circa 542 mila le nuove iscrizioni attese alla materna).
Per le istituzioni statali il termine è quello fissato per i più grandi: 25 gennaio, mentre per le iscrizioni alle materne private e a quelle degli enti locali, il termine cambia da luogo a luogo.
Per il momento non potranno essere accolte iscrizioni di bambini che compiono tre anni entro il 28 febbraio 2004, perché la legge ancora non c’è, ma tra qualche mese, a legge di riforma approvata, le iscrizioni potrebbero essere riaperte.
Quel che non cambia dentro alle istituzioni dell’infanzia è invece il peso della retta di frequenza. Nelle scuole statali o comunali, la gratuità prevista dalla legge è salvata nella forma (non si parla di rette bensì di “contributo alle spese di gestione”), ma non nella sostanza: di fatto il servizio completo si paga. In molte province è anche invalso l’uso di differenziare le “rette” delle scuole pubbliche in base al reddito della famiglia. Succede quindi che, con sempre maggior frequenza, le famiglie si accontentano di iscrivere i figli al solo turno antimeridiano per evitare il costo della retta.
Da quest’anno però il bonus previsto dalla legge Finanziaria 2003 per le famiglie che hanno figli alle scuole paritarie potrebbe alleviare gli oneri della retta (simbolicamente, visto che in media potrebbero spettare 33 euro a testa all’anno).
Nelle scuole pubbliche la famiglia ogni anno, al momento dell’iscrizione, è invitata a dichiarare se intende avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica (60 ore all’anno).
Se la legge di riforma verrà approvata in tempo, potrebbe essere consentito alle famiglie scegliere tra quattro tipi di orario settimanale diverso (corto, medio, pieno e lungo). Anche per gli orari sarà bene dunque attendere.

 

3. Iscrizioni alla scuola elementare: il tempo pieno è confermato
Sono almeno 554 mila i bambini in procinto di iscriversi alla prima elementare, statale e non statale. Ma è interessante sottolineare che di questo piccolo esercito una quota non trascurabile, circa 23 mila, effettueranno un’iscrizione solo virtuale, perché a giugno, secondo un orientamento più diffuso al sud che al nord, sosterranno l’esame di idoneità e siederanno a settembre prossimo sui banchi delle seconde classi. È la scorciatoia della cosiddetta “primina”, integrata da “uditori”, non registrati ufficialmente, che seguono già le normali lezioni.
In prima si troveranno effettivamente quindi circa 530 mila scolari, di cui 480 mila nelle elementari statali (90,5%) e 50 mila nelle paritarie (9,5%).
L’iscrizione impone talune scelte, a cominciare, ad esempio, dal tempo scuola delle prime classi statali. Si potrà optare per i corsi normali a 27 ore settimanali con un rientro o due pomeridiani (la mensa è facoltativa) oppure per il tempo pieno (laddove esiste) con il conseguente obbligo di frequenza per 40 ore settimanali (mensa obbligatoria e a pagamento).
Una scelta che, anche in caso di entrata in vigore della riforma Moratti, resta valida non essendovi per il primo anno alcuna sostanziale differenza di tempo scuola tra riforma e ordinamento attuale.
Dei 480 mila alunni iscritti nelle prime classi statali dovrebbe scegliere il tempo pieno, soprattutto al nord e nelle città metropolitane, il 25%, cioè circa 133 mila.
Al momento dell’iscrizione le famiglie dovranno dichiarare se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica (due ore settimanali).

 

4. Iscrizioni alla scuola media: un’ampia offerta formativa
Attualmente gli scolari che frequentano la quinta elementare in scuole statali e non statali sono circa 569 mila, di cui circa 539 mila (94,8%) nelle istituzioni statali e 30 mila (5,2%) nelle scuole medie paritarie.
I 539 mila che dovranno iscriversi alla scuola media statale effettueranno, al momento dell’iscrizione, la scelta tra il tempo normale (30 ore settimanali) o, laddove esiste, il tempo prolungato (36 ore settimanali). Sarà possibile anche iscriversi ai corsi di scuola media a indirizzo musicale, previa prova attitudinale di ammissione.
Gli alunni di quinta elementare di istituti comprensivi saranno iscritti d’ufficio (sono più di 221 mila).
Va fatta la scelta della lingua straniera (l’82,3% sceglie inglese) e la dichiarazione se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica (un’ora settimanale).
Circa 110 mila ragazzi, cioè il 20,6% dei neo iscritti, normalmente scelgono ogni anno anche l’insegnamento di una seconda lingua comunitaria.

 

5. Iscrizioni alla secondaria: una scelta che vale per la vita
La decisione più impegnativa spetta ai 580 mila studenti di terza media: che fare alle superiori?
La scelta, dal 1999 obbligatoria per tutti, è molto ampia e, come si sa, non vincolata dalle indicazioni di orientamento della scuola media di provenienza.
La maggior parte delle nuove iscrizioni si orienta verso gli istituti tecnici (ce n’è un’ampia gamma: tecnico commerciale, agrario, aeronautico, nautico, industriale, per geometri, per il turismo); le opzioni per gli istituti professionali, dopo il boom dei primi anni del nuovo obbligo, hanno avuto una flessione, ma restano di alto interesse (la scelta è qui ancora più ampia: professionale per i servizi commerciali, per i servizi pubblicitari, per l’agricoltura e l’ambiente, cinematografia e televisione, industria e artigianato, industria e attività marinare, per i servizi alberghieri e ristorazione, per i servizi commerciali e turistici, per i servizi sociali).
L’anno scorso la sorpresa è venuta dalle nuove iscrizioni al liceo classico che hanno fatto registrare un salto superiore al 12%.
Ma analizziamo come si sono ripartite le scelte l’anno scorso.

 

6. Scelta delle superiori: attenti agli indirizzi fuori ordinamento
I nuovi iscritti saranno circa 584 mila, distribuiti al 92,4% (540 mila) negli istituti statali e il restante 7,6% (44 mila) in quelli paritari.
Complessivamente gli studenti iscritti agli istituti secondari superiori sono in aumento, grazie anche alla tendenza emersa sin dalla prima applicazione della legge n. 9/99 che aveva innalzato l’obbligo scolastico a nove anni.
Va precisato che non sono in aumento solamente di studenti delle prime classi, perché molti, una volta entrati obbligatoriamente nella secondaria, continuano gli studi. L’incremento ha raggiunto quest’anno le classi quarte ed è destinato ad incidere ulteriormente anche per il prossimo anno.
Il fenomeno contribuisce a modificare gli assetti tradizionali, in cui i tecnici la fanno da padrone, seguiti dai professionali. Le ipotesi di regionalizzazione dell’istruzione professionale hanno frenato l’anno scorso le iscrizioni ai professionali
Se verranno confermate le scelte dello scorso anno, su 100 ragazzi di terza media, 9 sceglieranno quest’anno il liceo classico, 19 lo scientifico, 7 gli istituti o le scuole magistrali, 36 gli istituti tecnici, 24 quelli professionali e 4 gli istituti d’arte o i licei artistici.
Infine va ricordato che il ministero, nel diramare la consueta circolare annuale per le iscrizioni, ha invitato gli istituti (e le famiglie) a non dar corso a indirizzi sperimentali “fuori mercato” o che comunque difficilmente potranno essere compresi nei nuovi ordinamenti che usciranno dalla legge di riforma in discussione alla Camera.

Studenti iscritti alle prime classi per l’a.s. 2002-03
Istituti di istruzione secondaria Studenti prime classi * % sul totale
Liceo classico 54.165 9,0%
Liceo scientifico 115.575 19,2%
Istituti magistrali 42.379 7,0%
Istituti tecnici 218.310 36,3%
Istituti professionali 147.009 24,4%
Ist. e licei artistici 24.593 4,1%
Totale 602.031 100,0%
* comprendono nuovi iscritti e ripetenti

Circolare ministeriale per le iscrizioni 2003/04
Tenuto conto dei contenuti e dei profili caratterizzanti del citato disegno di legge n. 1306, si ritiene vada fatta un’attenta e ponderata riflessione nel senso di una semplificazione e adeguamento dell’offerta formativa, che spesso si presenta eccessivamente frammentata e pletorica per effetto di sperimentazioni non più attuali e coerenti con le nuove previsioni ordinamentali.

Si rappresenta, perciò, l’opportunità che venga segnalata alle istituzioni scolastiche di rispettiva competenza l’esigenza di verificare la perdurante validità o meno di taluni percorsi sperimentali e l’esistenza delle condizioni atte a legittimare il rinnovo dell’attivazione degli stessi nelle classi iniziali.

 

7. L’ora di religione: in Toscana il record di “dissidenti”Stando ai dati di richiesta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica, gli studenti italiani fanno certamente onore al Paese che ospita la sede della Chiesa cattolica.
Come si sa, i genitori, al momento dell’iscrizione alla prima classe, hanno facoltà di dichiarare se intendono avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. Il sì complessivamente viene sottoscritto dal 93,4% delle famiglie, in quantità decrescenti dalla materna alla secondaria.
Nelle scuole dell’infanzia, statali e paritarie, il sì all’insegnamento della religione cattolica è del 97%; nell’elementare del 96,7%, nella media del 95,3% e nelle superiori dell’86,1%.
Optano per attività alternative più al centro-nord che al sud dell’Italia: il 16% degli studenti toscani dice no all’insegnamento della religione, seguiti dai piemontesi, liguri ed emiliano-romagnoli con il 12%. Gli studenti calabresi, lucani, pugliesi e molisani optano invece in massa per le lezioni di religione: meno del 2% vi rinuncia.
Chi insegna questa disciplina? Nella scuola dell’infanzia e nella scuola elementare l’insegnamento della religione è affidata agli insegnanti di classe, i quali possono chiedere di esserne esentati; in tal caso viene chiamato un insegnante specialista di religione esterno.
Nella scuola media e negli istituti superiori l’insegnamento della religione cattolica è affidato invece direttamente ad insegnanti di religione, prossimi ad essere immessi in ruolo grazie ad una legge in via di approvazione in Parlamento.

 

8. In Campania 12 studenti su cento sono avanti a scuola
Circa 2 milioni di bambini e studenti avranno dunque tempo fino al 25 gennaio per iscriversi alle prime classi di scuole statali o non statali italiane (questi ultimi secondo termini diversi da luogo a luogo rispetto alla data fissata dal ministero per le statali).
Accanto a queste iscrizioni regolari ce ne saranno però quasi altre 380 mila non previste.
Si tratta di studenti che anticipano di un anno almeno l’iscrizione alla classe prevista per la loro età.
Nella scuola elementare vi sono i ragazzi della primina che, attraverso un esame di idoneità, possono iscriversi direttamente alla seconda classe a 6 anni.
Ma lungo il percorso dell’obbligo prima e della secondaria poi, gli iscritti in anticipo tendono ad aumentare, tanto da rappresentare, disseminati lungo l’intero percorso, il 4,4% complessivo degli 8,8 milioni di alunni dalla materna alla secondaria pubbliche e private.
Una percentuale piuttosto elevata, che il disegno di legge di riforma vuole rendere ordinaria, anticipando l’intero percorso scolastico di almeno quattro mesi, in modo da portare al diploma molti giovani a 18 anni di età.
Ma qual è la mappa degli attuali “precoci”? Si trovano di più nelle scuole non statali (9,4% degli iscritti) che nelle statali (3,3%), e soprattutto al sud: il primato assoluto di coloro che sono avanti a scuola si registra in Campania (12,4% del totale iscritti), Sicilia (9,5%) e Calabria (8,4%), mentre Veneto (2%), Lombardia, Emilia Romagna e Marche (2,3%) sono le regioni nelle quali meno che altrove gli alunni anticipano le iscrizioni a scuola.