Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Sostegno: ancora precarietà al nord e stabilità al sud

Nelle scuole meridionali, oltre ad esserci più docenti di sostegno rispetto al numero di alunni disabili inseriti (1,75 alunni per docente al Sud e 1,79 nelle Isole, contro il 2,32 del Nord Ovest e il 2,29 del Centro), la natura di quei posti di organico è di qualità.

La legge finanziaria 2008 ha stabilito che il 70% dei posti di sostegno sia in organico di diritto, cioè fissi, stabili, coperti da docenti di sostegno di ruolo o per l’intero anno scolastico. Di conseguenza il restante 30% è precario, soggetto a variazione di nomine, assegnato a personale non di ruolo fino al termine delle attività didattiche.

La media del 70% di posti stabili è già stata raggiunta, come dato nazionale, l’anno scorso. Tutto ok? Per niente, perché la media nazionale nasconde, anche in questo caso, una forte (intenzionale?) disuguaglianza.

Una prova? Sono intorno al 50% di posti stabili le Marche, il Veneto, la Lombardia, l’Emilia Romagna. Ciò vuole dire che il restante 50% di posti è precario, discontinuo. Sono invece ben al di sopra del 70% (con benefici di continuità e stabilità) la Basilicata (87,2%), la Campania (81,2%), la Sardegna (80,5%), la Calabria (75,3%) e via meridionalizzando.

Tra poche settimane il ministro Profumo dovrà definire anche gli organici del sostegno per il prossimo anno scolastico. Cominci a ridistribuire la stabilità tra i territori (anche se è difficile togliere quel che già si è dato).

Se il ministro vorrà portare il 70% al numero effettivo dei posti di sostegno esistenti, anziché al tetto fisso bocciato dalla Consulta, l’aumento di posti stabili che ricaverebbe (5.261 in più se il 70% si calcola sugli attuali 97.639 posti) dovrebbe assegnarlo esclusivamente a quelle regioni che hanno un rapporto molto lontano dal 70%.

Occorre una piccola modifica di legge (costo stimato 25 milioni), ma vi sarebbe maggiore equità e maggior tutela dei diritti degli alunni disabili. In questo modo, per fare un esempio, 1.692 posti di sostegno in Lombardia diventerebbero di diritto e stabili; in Veneto 869, in Emilia Romagna 785.

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