Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Sostegno ai disabili. Un’altra sentenza favorevole al rapporto uno a uno

Anche il tribunale civile di Cagliari, come già avvenuto nei mesi scorsi in altri tribunali d’Italia, ha disposto che il ministero dell’istruzione assegni un insegnante di sostegno a bambini disabili per l’intero orario scolastico giornaliero e settimanale in rapporto di uno a uno.
Abc, l’Associazione bambini cerebrolesi della Sardegna, si dichiara soddisfatta della sentenza che afferma il pieno diritto dei disabili ad una integrazione totale nella scuola.
In Parlamento l’opposizione chiede al ministro una svolta significativa nella politica dell’integrazione per evitare che sia la magistratura – come ormai avviene da tempo – a decidere sull’obbligo dell’Amministrazione scolastica nei confronti dei disabili.
Il problema però va ben oltre il potere del ministro di turno visto che già prima di Moratti anche altri ministri avevano fatto il possibile per assegnare posti di sostegno senza mai arrivare al rapporto di un docente di sostegno per ogni disabile inserito.
Tuttoscuola da tempo evidenzia come l’intera materia dell’integrazione scolastica dei disabili debba essere oggetto di revisione legislativa, in modo da superare i vincoli della legge 449/1997 che fin dal 1998 ha fissato inderogabilmente nel rapporto 1 a 138 (un docente di sostegno ogni 138 alunni “normali” iscritti nelle scuole statali) l’organico dei docenti di sostegno, integrato, in via del tutto eccezionale, dai posti in deroga con “possibilità di assumere con contratto a tempo determinato insegnanti di sostegno in deroga al rapporto docenti-alunni indicato al comma 3, in presenza di handicap particolarmente gravi …“.
La deroga, secondo quella legge, avrebbe dovuto essere limitata nel tempo (posti da assegnare a docenti con contratto a tempo determinato) e per situazioni di particolare gravità. Ormai però quella deroga equivale a quasi il 40% dei posti di sostegno: di fatto è diventata una regola anziché un’eccezione. Si tratta di posti precari in cui non viene garantita la continuità dei docenti.
Ma una cosa il ministro può fare: assumere l’iniziativa di una proposta di legge organica che riaffronti in Parlamento la questione dell’integrazione, di fronte alla quale la scuola da sola è impotente, togliendola alle aule dei tribunali.

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