Somministrazione di farmaci a scuola, una garanzia del diritto all’istruzione

La realtà dei bisogni manifestati dagli studenti delle nostre scuole sono tali e tanti da richiedere la massima attenzione nonché l’impegno degli operatori scolastici per rimuovere ogni ostacolo che impedisca il normale e positivo sviluppo psico-fisico oltre che cognitivo di ciascuno. L’inizio di ogni ciclo scolastico è un momento molto stressante per i genitori di bambini con patologie croniche, come ad esempio per i bambini allergici. Specie all’avvio dell’anno scolastico è necessaria la massima attenzione al fine di garantire l’accoglienza e l’inserimento di ogni alunno in piena sicurezza. 

Un problema analogo sta vivendo una famiglia di Pomezia, che lotta perché venga salvaguardato il diritto all’istruzione del bambino, che quest’anno dovrebbe frequentare la seconda classe della scuola primaria. Il settimanale “Il caffè di Pomezia_Ardea”, l’11 aprile 2018, ha pubblicato un articolo che riguarda il caso di Federico, questo il nome del bambino. Il bimbo ha sette anni e da quando è nato deve convivere con una grave allergia alimentare Ige mediata, rinite e asma bronchiale. Nel corso della prima classe, non essendo state trovate le necessarie soluzioni per garantire la frequenza scolastica in sicurezza, i genitori del bimbo sono stati presenti ogni giorno all’interno della scuola in un corridoio per poter somministrare tempestivamente i farmaci necessari a scongiurare lo schock anafilattico in caso di insorgenza di crisi allergiche, con gravi ripercussioni, come si può immaginare, sul piano familiare, sociale ed economico.

Nel caso di allergia alimentare, specie se a rischio anafilassi, occorre aver approntato tutte le misure che garantiscano l’esclusione dai pasti degli allergeni e delle contaminazioni. In caso di asma/allergia respiratoria devono essere attuate le misure di abbattimento/mitigazione degli inquinanti e allergeni presenti a scuola. In entrambi i casi, devono essere definite le procedure per garantire la partecipazione a tutte le attività scolastiche ed extra-scolastiche e i protocolli necessari a garantire, in caso di insorgenza di reazioni anafilattiche e/o di attacco acuto d’asma, la scelta appropriata dei farmaci e la loro tempestiva somministrazione per contrastare la reazione che potrebbe evolvere con esiti potenzialmente fatali.

Anche il recente dibattito sui vaccini, che divide l’opinione pubblica rischia di peggiorare la situazione dei bambini affetti da patologie croniche. Come efficacemente spiegano il pediatra allergologo, Giuseppe Baviera, e Sandra Frateiacci, presidente Associazione ALAMA, in un articolo della rivista “Conoscere per crescere”:

“Il pericolo che si cerca di scongiurare grazie alla vaccinazione obbligatoria è la ricomparsa di malattie già debellate. Le campagne “anti-vaccino” hanno determinato la preoccupante riduzione del numero di persone vaccinate inducendo le Istituzioni sanitarie ad introdurre nel nuovo Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-2019, misure sanzionatorie nei confronti dei medici che ne sconsigliano l’effettuazione. Il nuovo Calendario nazionale indica le vaccinazioni gratuitamente offerte alla popolazione per fascia d’età e per particolari categorie a rischio per patologie (tra queste, quelle respiratorie), che espongono chi ne soffre ad un aumentato rischio di contrarre malattie infettive invasive potenzialmente causa di complicanze gravi. La forte riduzione della popolazione coperta da vaccini mette a rischio la cosiddetta “immunità di gregge” che ha anche lo scopo di tutelare chi, per motivi di salute e/o età, non può vaccinarsi”.

Vivere in una comunità significa certamente salvaguardare se stessi e i propri diritti ma sempre nel rispetto delle persone che ci vivono accanto e con cui interagiamo, per non rischiare di compromettere la salute di qualcuno. Specialmente a scuola, dove vivono e crescono i nostri bimbi che meritano –  tutti –  di vedere salvaguardati i propri diritti e bisogni.

La somministrazione dei farmaci a scuola

“Nel 2002 una sentenza del Tribunale del Lavoro di Roma, la n. 2779/02, ha fatto giurisprudenza in Italia assegnando ad un alunno affetto da una gravissima sindrome allergica, un infermiere a scuola che garantisse durante l’intero orario scolastico la somministrazione dei necessari farmaci per contrastare e gestire le reazioni allergiche/respiratorie a cui poteva andare incontro”.

Da allora molte lotte sono state fatte per garantire agli alunni che soffrono di una patologia cronica e/o rara, come ad esempio asma/allergie, diabete, epilessia, la prescritta somministrazione dei farmaci a scuola. L’associazione ALAMA nasce nel 2002 proprio per non lasciare sole le famiglie con bambini affetti da gravi forme di allergia che si trovano ad  affrontare questa situazione con l’obiettivo di dare loro supporto e sostegno e permettere che i loro figli possano frequentare in sicurezza la scuola”.

Infatti, il tema della somministrazione dei farmaci a scuola è divenuto negli ultimi dieci anni di proporzioni tali da imporsi all’attenzione delle istituzioni scolastiche e sanitarie, anche compromettendo il rapporto tra famiglie e scuola. Purtroppo, non potendo far riferimento ad una normativa specifica, la soluzione dei vari casi è affidata ancora oggi alla buona volontà delle persone e delle istituzioni coinvolte caso per caso. I fattori che hanno reso più forte ed evidente la necessità di trovare una soluzione ai problemi connessi alla somministrazione di farmaci in ambito scolastico sono riconducibili a tre ordini di fattori che abbiamo approfondito nel numero di ottobre di Tuttoscuola.

Clicca qui per leggere l’articolo integrale su Tuttoscuola

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA