Smartphone in classe: Bussetti dice sì, ma a Piacenza li schermano in sacche speciali

Ormai oggi, 17 settembre, tutti gli studenti italiani hanno ripreso regolarmente l’attività didattica. Ma ad attendere alcuni di loro non sono stati solo gli insegnanti e le tranquille mura scolastica. Una sorpresa in più, infatti, ha aspettato i ragazzi del liceo San Benedetto di Piacenza, Fabrizio Bertamoni: una sacca tecnologia in grado di schermare il loro smartphone rendendolo inutilizzabile anche durante la ricreazione.

Secondo quanto riportato da Ansa.it, la custodia arrivata fresca, fresca dall’America richiede un’apposita “base sbloccante”, simile all’antitaccheggio dei negozi, per poter essere aperta. Quando gli studenti entrano in classe, devono quindi riporre il proprio dispositivo nell’apposita custodia “Yondr” (il nome del progetto americano)  bloccata poi dall’insegnante alla prima ora di lezione. Possono tenerla vicino a sé ma senza aprirla, fino a quando non verrà sbloccata da un docente, al termine delle lezioni.

“Siamo la prima scuola phone-free d’Italia”, dicono al San Benedetto. “Non lo consideriamo né un’imposizione né un divieto – sottolinea il preside piacentino, che è docente di filosofia -. Siamo invece convinti che sia un’opportunità per i nostri studenti di poter andare oltre. Certo, non li lasceremo soli in questa situazione, ma li aiuteremo nel tempo a capire questa scelta, e a guardare appunto alle stelle”. Senza contare le motivazioni legate alla sicurezza stessa dei più giovani: “Il cyberbullismo di cui tanto si parla – sottolinea il presidente – passa quasi sempre attraverso lo smartphone”. Senza però alcuna demonizzazione dell’oggetto più tecnologico della nostra era. Anzi.

“Personalmente ritengo che le potenzialità di questi strumenti siano talmente alte che i più giovani fatichino a comprenderle a pieno, rischiando quindi di farne un uso improprio a volte, perché non sono pienamente consapevoli delle potenzialità che hanno in mano. Ma questo penso che valga anche per noi adulti”. Ai genitori la scuola ha scritto una lettera per spiegare la scelta nei dettagli. Come l’hanno presa? “Sono stati felicissimi – conclude il preside – Tutti quanti. Nemmeno una rimostranza, solo entusiasmo”.

La notizia arriva a pochi giorni dal sì del ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, all’utilizzo degli smartphone in classe, a patto che l’uso sia a scopo didattico.  Una conferma giunta, nel corso di un’intervista a Radio 24 in cui Bussetti è intervenuto proprio sul divieto francese di utilizzare i cellulari a scuola: “Non sono d’accordo”, ha detto, perché anche gli smartphone, alla pari dei “nuovi strumenti informatici, se utilizzati per una didattica innovativa, possono essere accolti nelle aule”.

La linea, quindi, è quella già assunta dall’ex ministra Valeria Fedeli: lo smartphone, aveva detto, “diventerà un elemento che noi forniamo alle scuole sapendo che ogni scuola rimane nella sua autonomia e ogni insegnante nella sua libertà didattica di insegnamento”.