Sindacati scuola in prudente attesa

Fa una certa impressione il fatto che i cinque sindacati della scuola maggiormente rappresentativi, Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal e Gilda degli insegnanti, si siano astenuti dal commentare l’esito delle recenti elezioni politiche sia all’indomani del loro svolgimento – una cautela comprensibile – sia nelle settimane successive, e perfino nella attuale fase che prelude alla formazione del nuovo governo.

Nei siti dei tre sindacati confederali l’esito delle elezioni è stato ignorato, né compaiono commenti. In quello dello Snals c’è un editoriale che risale a prima delle elezioni. Nel sito della Gilda si riporta il programma di politica scolastica del PDL (ripreso da una notizia di Tuttoscuola) e un articolo del Tempo dedicato a una proposta di legge presentata da Maria Stella Gelmini nella scorsa legislatura sulla valorizzazione del merito (“per cominciare a farsi un’idea“, dice il sindacato).

Il cauto silenzio dei sindacati scuola può essere in parte spiegato con la necessità, da parte loro, di riorganizzare le strategie in presenza di un quadro politico e parlamentare profondamente mutato, che ha fra l’altro fatto venire meno alcuni dei loro interlocutori storici, come quelli riuniti nella “Sinistra arcobaleno”, addirittura esclusa dal nuovo Parlamento.

Evidentemente la decisione dei sindacati è quella di attendere le prime mosse del nuovo governo, a partire dalla scelta del ministro e dalla definizione delle grandi linee programmatiche, con particolare riferimento allo spazio che sarà riservato agli investimenti nel settore delle risorse umane e dell’innovazione. Per usare una metafora calcistica, insomma, i sindacati sembra abbiano deciso di giocare non all’attacco, d’anticipo, ma in contropiede.