Sindacati e associazioni professionali a confronto

E’ possibile definire in termini chiari e condivisi la linea di confine tra la competenza dei sindacati confederali e quella delle associazioni di categoria nella tutela della figura professionale del dirigente scolastico? Su quali materie possono collaborare, e su quali altre materie è meglio che ciascuno faccia la sua parte senza invadere il terreno altrui?

A questi interrogativi posti dal moderatore Orazio Niceforo, in rappresentanza di Tuttoscuola, hanno provato a rispondere in un affollato incontro svoltosi lo scorso 27 agosto, nell’ambito del Meeting dell’Amicizia di Rimini, Roberto Pellegatta, presidente di DiSAL (Dirigenti Scuole Autonome e Libere), promotore dell’iniziativa in collaborazione con la nostra rivista, Gregorio Jannaccone, presidente di ANDiS (Associazioni Nazionale Dirigenti Scolastici) e due autorevoli leader sindacali, Antonio Valentino per la Flc-Cgil e Mario Guglietti per la CISL scuola.

Dal dibattito, molto partecipato dal pubblico presente, sono emerse indicazioni interessanti, che si possono così riassumere: i sindacati, almeno quelli confederali, sono disponibili a fare un passo indietro rispetto al ruolo di supplenza che essi si sono trovati a svolgere in passato, in assenza di un forte ed esteso associazionismo professionale dei dirigenti scolastici. Per esempio essi potrebbero limitarsi a contrattare l’ammontare dei fondi per la formazione dei DS, rimettendo poi alle associazioni il compito di gestire la dimensione culturale e professionale delle iniziative. Ma occorre che le associazioni siano forti e rappresentative, e che operino con l’ottica cooperativa e sinergica delle reti.

Quanto alle questioni di stato giuridico non c’è una preclusione assoluta dei sindacati verso la definizione normativa di alcuni aspetti del ruolo dei DS in materia di reclutamento, valutazione, mobilità ecc., ma in questo caso l’intreccio tra dimensione contrattuale (salvaguardia dei diritti e degli interessi materiali) e dimensione professionale (sviluppo e valorizzazione delle competenze) è talmente stretto da consigliare la massima collaborazione possibile tra sindacati e associazioni, e anche una loro azione congiunta a livello politico, dal momento che alcune di queste materie dovrebbero, o comunque potrebbero, essere regolate per legge.