
Si alza di mezzo punto il rapporto alunni/docente nelle scuole italiane
Uno degli obiettivi della manovra finanziaria sulla scuola è l’innalzamento del rapporto alunni per docente nell’arco di un triennio. Al termine del triennio scolastico 2009-10/2011-12, infatti, il rapporto alunni/docente nella scuola statale dovrà risultare aumentato di un punto. Lo prevede il primo comma dell’articolo 64 della legge 133/2008 di razionalizzazione del sistema, “per un accostamento di tale rapporto ai relativi standard europei”.
Poiché per la determinazione di questo rapporto non si tiene conto, a livello europeo, della scuola dell’infanzia, anche per il sistema italiano gli interventi di razionalizzazione non hanno riguardato la riduzione degli organici di questo settore scolastico, che in tal modo non hanno concorso al calcolo per la determinazione del rapporto alunni/docente.
Nel 2008-09 il rapporto medio era di 10,54 alunni per docente (infanzia esclusa, appunto); nel 2009-10, in base ai dati ufficiali dell’organico di diritto pubblicato nei giorni scorsi dal ministero dell’istruzione, il rapporto è salito di mezzo punto (11,03), percorrendo quindi già metà del percorso previsto per avvicinarsi agli standard europei che nel 2011-12 dovrà essere mediamente di 11,5.
Sotto il nuovo rapporto medio di 11,03 alunni per docente c’è più della metà delle regioni italiane; le aree meridionali e insulari sono sotto questo valore medio con l’eccezione della Puglia che ha raggiunto nel 2009-10 il rapporto di 11,39 alunni per docente.
Ha il rapporto più alto tra tutte le regioni l’Emilia-Romagna con 11,64 alunni/docente (un rapporto già “europeo”); la Calabria, con 9,99 ha il rapporto più basso, ma l’anno scorso aveva un rapporto di 9,44.
A Vibo Valentia, nonostante un lieve aumento, il rapporto è quest’anno a 9,11; all’opposto, a Rimini il rapporto è salito a 12,58.
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