Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Sentenza sul crocifisso. L’ira leghista

Proseguendo la nostra carrellata delle reazioni alla sentenza della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo (Coe) sul crocefisso in classe, registriamo dagli uomini della Lega Nord posizioni non dissimili dai loro ex alleati dell’Udc.

In particolare, il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Cota dichiara: “Non conosco le motivazioni della sentenza e spero che non abbia conseguenze pratiche. Quello che posso dire è che il crocefisso non è il simbolo di una religione qualsiasi ma è il simbolo della nostra identità. Chi rinnega questo dimostra di essere contro il sentimento dei nostri popoli“.

Francamente non ne capisco nemmeno le motivazioni giuridiche – aggiunge Cota – perché si vuole imporre un modello di società a tavolino senza identità e senza valori. Poi non ci si lamenti se certe istituzioni europee sono percepite fuori dalla realtà“.

Anche il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia, torna sul tema dell’identità cristiana: “In attesa di conoscere le motivazioni attraverso le quali la Corte di Strasburgo ha deciso che i crocifissi offenderebbero la sensibilità dei non cristiani, non posso che schierarmi con tutti coloro, credenti e non, religiosi e non, cristiani e non, che si sentono offesi da una sentenza astratta e fintamente democratica“.

Il ministro aggiunge che “chi offende i sentimenti dei popoli europei nati dal cristianesimo è senza dubbio la Corte di Strasburgo. Senza identità’ non ci sono popoli e senza cristianesimo non ci sarebbe l’Europa. Che destino paradossale: proprio coloro che dovrebbero tutelare il senso comune si danno da fare per scardinare la nostra civiltà. Si vergognino“.

Forgot Password