Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Sentenza sul crocifisso. Le reazioni dell’Udc

Potrebbe essere oggetto di curiosità sociologica lo sciame di commenti da parte del mondo politico circa la sentenza della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo (Coe), per la quale la presenza dei crocifissi in classe costituisce “una violazione del diritto dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni“ e viola anche “il diritto dei loro figli alla libertà di religione“.

Probabilmente nessun tema quanto la definizione di una identità e i limiti di questa definibilità sollecitano delle prese di posizione da parte dei politici di ogni schieramento. Vediamole insieme.

Per il presidente dell’Udc, Rocco Buttiglione, “la sentenza sul Crocifisso scredita la costruzione europea e danneggia l’integrazione”. Per il politico-filosofo, si tratta di una “sentenza aberrante e da respingere con fermezza. L’Italia ha una sua cultura, una sua tradizione e una sua storia. Chi viene fra noi deve comprendere ed accettare questa cultura e questa storia. La stessa cosa vale per le altre nazioni d’Europa. Dietro questo pronunciamento della Corte di Strasburgo c’è una visione contrattualistica della società che non ha storia, cultura e tradizioni; è semplicemente il risultato del convivere sul territorio di individui profondamente estranei l’uno all’altro“.

Sulla stessa lunghezza d’onda del collega di partito, il leader Pier Ferdinando Casini, per il quale “la scelta della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di bocciare la presenza del crocifisso nelle scuole è la prima conseguenza della pavidità dei governanti europei, che si sono rifiutati di menzionare le radici cristiane nella Costituzione Europea“. Casini sottolinea che “nessun crocifisso nelle aule scolastiche ha mai violato la nostra libertà religiosa, né la crescita e la libera professione delle fedi religiose. Quel simbolo è un patrimonio civile di tutti gli italiani, perché è il segno dell’identità cristiana dell’Italia e anche dell’Europa“.

Forgot Password