
Secondo ciclo. Tabelle di confluenza entro il 30/11, missione impossibile/3
Chi può immaginare che un lavoro di queste dimensioni si possa concludere in un mese?
Comprensibile quindi la presa di posizione di Vasco Errani, Presidente della Conferenza delle Regioni e delle province autonome, che su proposta dell’assessore laziale Silvia Costa, Coordinatrice degli Assessori Regionali per l’istruzione e la formazione, ha chiesto al ministro Moratti “di rivedere la scelta delle due scadenze previste, anche solo in ragione delle motivate intese raggiunte in sede di Conferenza Unificata“. Aggiunge Errani: “…la considero una scelta da compiere non solo per coerenza e correttezza di relazioni, ma anche per rendere efficace e praticabile il percorso previsto dal decreto…”.
La posta in gioco è troppo alta per essere compromessa da passi affrettati o da decisionismi unilaterali.
E se l’avvio della riforma è dal settembre 2007, si può predisporre un calendario che sia compatibile, in nome di quella pari dignità più volte sottolineata dalla legge di delega e dal decreto attuativo, sia con le esigenze di far partire il percorso liceale sia con quelle di far partire il percorso dell’istruzione e formazione professionale. Un calendario molto impegnativo se si tiene conto delle forze da consultare e da coinvolgere. La Moratti, se vuole rimediare a quello che è stato considerato un errore di metodo e di merito, dovrebbe ora aderire all’invito e concordare uno scadenzario dei tavoli tecnici che soddisfi il dovere istituzionale della leale collaborazione.
In caso contrario, si potrebbe essere portati a pensare che per dare una iniziale e parziale concretezza attuativa dei percorsi liceali, l’obiettivo politico potrebbe essere costituito dall’avviare, dal prossimo anno scolastico 2006/2007, negli attuali percorsi di istruzione secondaria superiore la sperimentazione dei nuovi ordinamenti dei licei con esclusione di quelli con indirizzi.
Ciò non consentirebbe di affrontare in forma costruttiva il rapporto ed il confronto con le Regioni e concorrerebbe probabilmente a determinare un ancora maggiore disorientamento nelle famiglie e negli studenti.
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