Secondo ciclo. La CEI contro la ‘banalizzazione liceale’

Anche la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) ha preso posizione contro la “licealizzazione” dell’istruzione tecnica. Lo ha fatto attraverso un seminario organizzato la scorsa settimana dal Centro studi scuola cattolica (Cssc), un organismo di ricerca costituito per iniziativa della stessa CEI.
Guglielmo Malizia, direttore del Centro, ha sostenuto che “la riproposizione nell’ambito dei licei dei vecchi istituti tecnici di fatto annullerebbe la natura innovativa della riforma” perché “renderebbe più difficile il successo formativo dei giovani, impedirebbe alle Regioni di svolgere un effettivo ruolo di governo del sistema dell’offerta formativa, darebbe voce alle componenti più retrive del mondo della scuola che mirano semplicemente a conservare il potere di un comparto – quello degli istituti tecnici e professionali – che genera la massima dispersione, dal 18 fino al 43% degli studenti iscritti“.
A sua volta Emilio Gandini, presidente dell’associazione “Forma”, che raccoglie il 90% degli enti di formazione professionale di ispirazione cristiana, ha sostenuto che “insistere sulla licealizzazione porterebbe alla creazione di un soggetto ibrido, provocando una sorta di ‘banalizzazione liceale’ accanto a una ‘povertà’ professionale dei percorsi che non sarebbero in tal modo in grado di soddisfare le esigenze poste dalle imprese e dalle categorie professionali“.