Secondaria/3. Un’occasione mancata

Se non si fa uno sforzo di condivisione per una riforma strategica per il paese come quella, attesa da quarant’anni e tentata da maggioranze di ogni colore, della scuola secondaria superiore, per cos’altro?

Lo scrivevamo due settimane fa (v. TuttoscuolaFOCUS n. 316/423), e il nostro auspicio è andato in questo senso deluso. La Commissione Cultura della Camera ha espresso i pareri sulla riforma della scuola secondaria superiore a maggioranza. Hanno espresso voto contrario su tutti e tre i pareri i parlamentari dell’intera opposizione.

In Parlamento, perciò, non si è realizzata alcuna convergenza della maggioranza e dell’opposizione, nonostante gli sforzi del presidente della Commissione, Valentina Aprea, che puntava almeno ad una astensione della opposizione.

Forse ha pesato la circostanza che in queste ore maggioranza e opposizione si sono trovate su fronti duramente contrapposti per la questione del processo breve. È probabile che la divisione politica sul tema della giustizia, divampata in questi giorni di preparazione delle elezioni regionali, abbia avuto una ricaduta negativa nei rapporti dei gruppi parlamentari anche sui problemi della scuola.

Non ci interessa sapere qui di chi è la ragione.

Forse la maggioranza che ha sostenuto compatta le proposte di parere dell’Aprea avrebbe potuto compiere uno sforzo in più per aprirsi alle richieste dell’opposizione.

Forse l’opposizione avrebbe potuto compiere uno sforzo per condividere, almeno in parte, i pareri proposti, soprattutto quelli relativi alla nuova istruzione tecnica e professionale per i quali gli interventi in commissione avevano lasciato intendere valutazione positive, considerato anche che l’impianto era frutto del lavoro del Governo Prodi.

Forse. Indipendentemente da queste ipotesi, sono state ancora una volta messe in secondo piano le ragioni della scuola in un momento di grande portata per il futuro dei giovani e del Paese, che reclama unità di intenti e volontà comune di modernizzazione e qualificazione della formazione.

Che sia una buona o cattiva riforma, si è preferito far prevalere le ragioni della propria identità politica. Si è persa un’occasione.