Se vai al Nord devi rimanerci cinque anni

“I docenti destinatari di nomina a tempo indeterminato decorrente dall’anno scolastico 2011/2012 possono chiedere il trasferimento, l’assegnazione provvisoria o l’utilizzazione in altra provincia dopo cinque anni di effettivo servizio nella provincia di titolarità”.

Stabilizzazione dei precari e stabilizzazione della scuola: potrebbe essere questo il combinato di due disposizioni contenute nel decreto legge 70/2011: piano di assunzioni del personale precario ma vincolo a permanere nelle provincia di nomina per cinque anni. D’ora in poi per tutti i nuovi assunti e per sempre.

È certamente una vittoria della Lega che aveva cercato uno strumento di dissuasione per evitare la “salita” al nord dei docenti meridionali. La formulazione contenuta nel decreto legge sembra avere infatti un’applicazione di ampio respiro che potrebbe non solo riferirsi ai nuovi docenti immessi in ruolo ma anche ad un tempo di applicazione senza limite, con prospettiva di diventare nel tempo una disposizione da valere per tutto il personale docente (se i sindacati saranno d’accordo).

La norma modifica una disposizione già prevista dallo stato giuridico degli insegnanti, diventata poi norma contrattuale. La legge introduce, dunque, una modifica ad una delle prerogative contrattuali, quella sulla mobilità, che durano da quindici anni e che rimette esclusivamente alla negoziazione sindacale possibili cambiamenti. Fino a due anni fa circa con il contratto si poteva disapplicare la norma di legge; ora non più, per effetto del decreto legislativo 150/2009 voluto dal ministro Brunetta.

Diversi ministri negli ultimi anni avevano cercato di intervenire in materia di blocco della mobilità degli insegnanti per salvaguardare il più possibile la continuità didattica, ma avevano dovuto buttare la spugna di fronte al potere di disapplicazione dei sindacati. Ora le cose sono cambiate, anche se limitatamente ai nuovi assunti.

Potrebbe essere estesa per contratto a tutto il personale.