Se Monti succederà a se stesso

Tre mesi fa (TuttoscuolaFOCUS n. 431/544 del 1° luglio 2012) prospettavamo, tra i primi, l’ipotesi che Mario Monti possa succedere a se stesso anche dopo le prossime elezioni.

Questa prospettiva, a lungo esclusa dallo stesso interessato, ha acquistato nuova credibilità e consistenza dopo il successo riscosso dal premier italiano nel suo ultimo viaggio americano (assemblea ONU, incontro con Obama, intervento pronunciato al Council on Foreign Relations).

Ormai è chiaro che, al di qua e al di là dell’Atlantico, Monti è considerato un punto di riferimento decisivo per le scelte che il nostro Paese, e in buona misura anche l’Europa, faranno non solo nel breve ma anche nel medio termine.

Se i partiti me lo chiederanno, darò la mia disponibilità anche dopo le elezioni”, ha dovuto alla fine rispondere Monti alle insistenti domande, provenienti soprattutto dalla stampa internazionale, riguardanti il suo futuro politico e personale.

In Italia questa disponibilità dell’attuale premier a succedere a se stesso è stata accolta dai partiti, che ormai pensano alla prossima campagna elettorale, con accenti diversi: più critici a sinistra, soprattutto da parte delle sue componenti che puntano a vincere le elezioni con una coalizione che escluda i moderati (Udc e non solo), più possibilisti a destra, ancora incerta sul da farsi anche per le esitazioni di Silvio Berlusconi ma non ostile, come ha detto Mariastella Gelmini, all’idea di un Monti bis nel caso che dalle elezioni non esca una maggioranza sufficientemente ampia e coesa.

In tal caso è facile prevedere che la politica scolastica di un eventuale Monti bis, anche a prescindere da un Profumo bis, si porrebbe in continuità con le scelte effettuate negli ultimi anni, all’insegna della razionalizzazione della spesa e della modernizzazione delle strutture, con dosi massicce di nuove tecnologie e di e-learning. Ma probabilmente, considerata l’esperienza internazionale del Monti economista, e la sua conoscenza dello stretto rapporto tra investimenti in istruzione e sviluppo economico, è ragionevole attendersi anche un suo particolare impegno sul fronte dell’aumento della spesa per l’istruzione e la ricerca sul PIL e sul totale della spesa pubblica.