Se il dirigente scolastico non agisce

Nello spiacevole episodio della maestra di Traversetolo (Parma) sospesa dall’incarico dal Tribunale perché ritenuta responsabile di aver maltrattato gli alunni della sua classe con l’aggravante di aver commesso il fatto con finalità di discriminazione e di odio etnico-razziale, vi sono anche due aspetti collaterali che non possono essere trascurati.

Le indagini erano partite nell’aprile scorso su segnalazione di alcuni genitori che, dopo essersi rivolti inutilmente al dirigente scolastico, avevano segnalato il tutto ai carabinieri del paese. Le indagini, anche tecniche, dell’Arma hanno permesso di accertare che la maestra aveva messo in atto una serie di condotte improntate a violenza – fisica e psicologica – verso alcuni allievi.  

Il primo aspetto che un po’ stupisce è la difesa d’ufficio di un sindacalista di Parma che sostiene che la maestra è “vittima di calunnie”, che la “vicenda ha il sapore della chiacchiera paesana ingigantita per antipatia contro una persona”e che “la collega è una persona dall’eloquio forbito, portatrice sana di galateo”.

Francamente, davanti ad una indagine della magistratura con verifiche e prove raccolte dai carabinieri, riteniamo che sarebbero state preferibili dichiarazioni più prudenti.

Un secondo aspetto riguarda il dirigente scolastico denunciato per favoreggiamento, in quanto sarebbe stato messo a conoscenza di quanto accadeva in classe, ma di fatto non avrebbe adottato alcun provvedimento. Per gli inquirenti, “al solo fine di dare illusoria soddisfazione alle famiglie, avviava aleatori provvedimenti disciplinari”. Ma ha omesso di segnalare l’accaduto all’Autorità Giudiziaria.

Omissioni d’atti d’ufficio per il dirigente. Al di là dell’episodio imputabile alla maestra, la denuncia verso il dirigente costituisce un campanello d’allarme per i capi d’istituto.

Anche la condanna definitiva in Cassazione del dirigente scolastico del convitto de L’Aquila, ritenuto colpevole di non avere provveduto a redigere il piano per la sicurezza, è un’ulteriore prova delle responsabilità dei capi d’istituto che alcuni di loro forse sottovalutano.