Se il bidello in sciopero non apre la scuola

Per le mansioni del collaboratore scolastico l’attuale CCNL del personale della scuola statale  prevede che sia “addetto ai servizi generali della scuola con compiti di accoglienza e di sorveglianza nei confronti degli alunni, nei periodi immediatamente antecedenti e successivi all’orario delle attività didattiche e durante la ricreazione, e del pubblico (…), di custodia e sorveglianza generica sui locali scolastici, di collaborazione con i docenti”.

Basta quanto previsto genericamente dal CCNL (addetto ai servizi generali) per ritenere che i bidelli, in occasione di uno sciopero, possano trattenere le chiavi di ingresso della scuola, impedendo così l’ingresso degli alunni e degli insegnanti e ottenendo di fatto la sospensione completa delle lezioni?

Sembra proprio di sì, perché venerdì scorso, in occasione dello sciopero proclamato da Flc-Cgil e dai sindacati di base, alcune scuole non hanno nemmeno aperti i battenti, anche se davanti ai portoni d’ingresso c’erano in attesa i docenti (non in sciopero) e gli alunni.

In questo modo il semplice sciopero dei collaboratori scolastici ha avuto l’effetto ultrattivo di bloccare l’intera attività didattica, pur essendovi la disponibilità degli insegnanti per svolgerla.

Non si ha notizia di casi contrari, cioè di docenti che in altre scuole, pur con i bidelli in sciopero, abbiano provveduto ad aprire i portoni, facendo entrare gli alunni regolarmente in classe. In questi casi (se avvenuti) potrebbe esserci stato comportamento antisindacale da parte degli insegnanti?

Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa la Commissione di garanzia (legge 146/1990), visto che le attività della scuola rientrano tra i servizi essenziali tutelati dalla legge per garantire diritti costituzionalmente protetti (quelli degli alunni per l’istruzione).

Intanto in una scuola di Borgo a Mozzano (Lucca) si è sfiorata la tragedia: un bambino di sette anni, rimasto fuori della scuola, chiusa per sciopero, si è messo in strada per tornare a casa. Ha percorso da solo alcuni chilometri attraversando anche un passaggio a livello, poi è stato visto da una conoscente che lo ha riaccompagnato a casa. I genitori hanno sporto denuncia. Si tratta di un caso limite, ma che fa capire quanto sia delicata la questione.