
Se Bersani fa il birichino…
Ha destato stupore, oltre che rumore nel circuito massmediatico, il singolare omaggio reso dal segretario del Pd Bersani agli insegnanti italiani in occasione della chiusura dell’assemblea nazionale del suo partito. “Ci sono insegnanti – ha detto Bersani – che vanno nei quartieri periferici delle grandi città, nei piccoli comuni, nei luoghi in cui si annida il degrado ed è più forte la dispersione scolastica. Si tratta di insegnanti che seguono uno ad uno i ragazzi, facendo enormi sacrifici. Questi, per noi, sono degli eroi dei tempi moderni. Gli insegnanti sono a inseguire il disagio sociale mentre la Gelmini gli rompe i co…“.
Il “finiano” Bocchino lo ha rimbeccato, ricordandogli che “lo scontro politico non esime dall’essere educati, soprattutto quando si critica un ministro donna come la Gelmini“, mentre i falchi della maggioranza hanno proposto di assegnargli “un bel 5 in condotta per bullismo” e di “insensata trivialità“, per citare le reazioni più misurate.
Tenta di attutire l’eco del termine usato da Bersani – che è suonato per la verità alquanto maschilista in un mondo popolato all’80% da donne – il responsabile del settore Educazione del Partito democratico, Giovanni Bachelet, che parla di “espressione birichina” ma che nello stesso tempo sottolinea la quantità di “entusiastici messaggini spediti da amici e parenti insegnanti subito dopo le parole di Bersani sulla scuola“.
Tutto ciò significa probabilmente che l’attuale leadership del Pd ha scelto di puntare sulla scuola e sugli insegnanti per avviare una vasta campagna di sensibilizzazione (o “mobilitazione”, come si dice con linguaggio paramilitare) che potrebbe condurre a manifestazioni di massa, in sintonia con la Cgil e con i molti movimenti anti-Gelmini nati dentro e attorno alla scuola. Nel mirino, al di là della bistrattata Gelmini, c’è però il governo nel suo complesso, e in particolare il ministro Tremonti, responsabile dei megatagli al bilancio dell’istruzione, e ora anche del probabile blocco del contratto e degli scatti di anzianità (anche se il presidente del Consiglio Berlusconi ha affermato che “la manovra non colpirà né la sanità, né la scuola, né l’università“).
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