Scuole chiuse: le regioni che dal 22 marzo passano da rosso ad arancione

Arrivati i dati del monitoraggio settimanale sull’epidemia di Covid 19. All’appuntamento odierno si è arrivati con un bel gruppo di regioni in zona rossa, dove divieti e restrizioni sono già in vigore da almeno una settimana. Parliamo di Lazio, Lombardia, Campania, Molise, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto, la Provincia autonoma di Trento che ha visto chiudere le scuole proprio lunedì scorso, 15 marzo. Cosa cambia da lunedì, 22 marzo?

Scuole chiuse: le regioni che potrebbero passare da rosso ad arancione

Chi passa da rosso ad arancione è il Molise, che pare abbia superato la fase più critica: ieri, in particolare, il bollettino ha registrato 81 contagi. 

Scuole chiuse: le regioni che restano in zona arancione

Punta a rimanere in zona arancione la Toscana, già caratterizzata da zone rosse a livello provinciale. Arancione anche la Liguria, circondata da un’area di altissima incidenza e penetrazione Covid, le regioni intorno sono di colore rosso. Anche l’Abruzzo resta arancione, ma solo per effetto del Decreto Draghi che ha abolito il giallo in questo periodo.

Sardegna passa da bianca ad arancione

La Sardegna, unica regione ad aver sperimentato la zona bianca, deve fare nuovamente i conti con restrizioni e vincoli più rigidi per bar e ristoranti. Il decreto varato la scorsa settimana dal governo non prevede la zona gialla: dalla zona bianca, quindi, per l’isola si prospetta un doppio salto.

Scuole chiuse: cosa potrebbe succedere il 26 marzo

Tra una settimana, dopo 15 giorni di zona rossa, per molte regioni potrebbe arrivare finalmente il momento di passare all’arancione, con la riapertura delle scuole come primo passo. Parliamo nello specifico, per ora, del Lazio dove “La stima dell’indice Rt è in calo”, ha detto l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato.

Scuole chiuse: cosa succede in zona rossa

Per quanto riguarda le scuole, ricordiamo che nelle zone rosse sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia (nidi e micronidi, sezioni primavera e servizi integrativi quali spazi gioco, centri per bambini e famiglie, servizi educativi in contesto domiciliare comunque denominati e gestiti). Qui le attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado (materne, elementari, medie, superiori, istituti tecnici etc.) si svolgono esclusivamente con modalità a distanza. Resta garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.

 Scuole chiuse o no? Cosa succede in zona arancione

Nelle zone arancioni l’attività dei servizi educativi per l’infanzia (asili nido), delle scuole dell’infanzia (ex scuola materna) e per il primo ciclo di istruzione (ex scuole elementari e medie) continua a svolgersi integralmente in presenza.

Le scuole secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, in modo che almeno al 50 per cento e fino a un massimo del 75 per cento degli studenti sia garantita l’attività didattica in presenza. La restante parte degli studenti partecipa alla didattica a distanza. Resta sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata.

I Presidenti delle Regioni potranno comunque disporre  nelle zone arancioni la sospensione dell’attività scolastica e degli asili nido:

– nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti;
– nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni;
– nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.