Scuolavirus: lezioni a distanza

Di Andrea Gavosto

L’emergenza del Coronavirus ha messo la scuola italiana – come ogni altro sistema d’istruzione nazionale – di fronte a una situazione del tutto inedita. Nelle regioni del Nord le scuole hanno sospeso le attività didattiche a fine febbraio. La settimana successiva il provvedimento è stato esteso a tutto il Paese. Il Ministero a oggi sta lavorando assiduamente per tornare a scuola il prossimo settembre. Ne abbiamo parlato in un articolo pubblicato nel numero di maggio di Tuttoscuola.

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Il normale svolgimento di questo anno scolastico rischia dunque di essere seriamente compromesso. La preoccupazione non riguarda tanto gli aspetti formali, che pure sono importanti. Fin dall’inizio dell’emergenza, infatti, è già stata prevista la deroga alla soglia minima dei 200 giorni di lezione. Inoltre, la Ministra Azzolina ha già garantito che l’esame di maturità si svolgerà, sia pure in forma modificata (commissioni interne) e semplificata nell’articolazione delle prove. Infine, si dovrebbero mettere a punto soluzioni ragionevoli di valutazione, che diano soprattutto senso e compiutezza all’attività didattica già svolta e che ancora si farà, ma nello stesso tempo cerchino di evitare a molti studenti la tentazione di un “liberi tutti” generalizzato, come sarebbe la promessa di un “6 politico” per tutti.

Molto più seria è, invece, la preoccupazione sul versante sostanziale degli apprendimenti per tutti gli studenti e, in modo particolare, per i più fragili, quelli che già in una situazione di normalità rischiano di restare indietro, rischio che si accentua in una situazione di assoluta eccezionalità come l’attuale.

Da questo punto di vita, come hanno reagito le scuole di fronte all’emergenza? La risposta immediata, fortemente sostenuta dal ministero dell’Istruzione, è stata di cercare di trasferire online la didattica, attivando modalità di apprendimento a distanza. L’ambiente di lavoro costruito dallo stesso Ministero per supportare le scuole (scambi di buone pratiche, webinar di formazione, contenuti multimediali per lo studio e link a piattaforme certificate) è stato utile. Nelle prime settimane, quando ancora la speranza era che l’emergenza durasse non oltre Pasqua, l’approccio più correttoè  stato di mantenere i contatti con gli studenti, focalizzandosi prevalentemente su attività di consolidamento di quanto appreso fino a quel punto. Da fine marzo, però, la prospettiva è mutata: ci si è dovuti purtroppo porre in un’ottica più lungo periodo, pensando a riorganizzare completamente l’insegnamento attraverso modalità a distanza, con tutti gli studenti e tutti i docenti ciascuno a casa propria, forse fino alla chiusura dell’anno. A questo scopo il Ministero ha pubblicato una nota con le “Prime indicazioni operative per le attività di didattica a distanza”, un documento ragionevole e ampiamente condivisibile. Non così i sindacati della scuola, che – a dispetto della situazione – non sono stati capaci di uscire dalla logica corporativa, pensando bene di accusare il Ministero di invasione di campo in materie oggetto di negoziazione. Ne abbiamo parlato in maniera approfondita nel numero di maggio di Tuttoscuola.

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