Scuola & elezioni/3. Ma la qualità va oltre la legislatura…

Altro discorso è quello che riguarda il miglioramento dei risultati, che passa attraverso processi di più lunga durata come la ridefinizione degli obiettivi di apprendimento in termini di competenze, la formazione iniziale e in servizio dei docenti, l’assestamento dell’autonomia delle scuole, la valutazione di sistema (e anche didattica, assai antiquata), la nuova governance delle scuole, l’impatto delle nuove tecnologie sul rapporto insegnamento/apprendimento, una carriera per i docenti più articolata e motivante, politiche efficaci di riequilibrio dei gravi gap territoriali e per tipologia di scuola frequentata che emergono dalle indagini internazionali e nazionali, piena integrazione degli alunni stranieri.

Temi sui quali esistono ricerche e proposte, in molti casi convergenti: dal 1° Rapporto sulla qualità nella scuola di Tuttoscuola al Quaderno bianco MPI-MAE del governo Prodi, dai contributi di Treellle fino al recentissimo rapporto sulla scuola della Fondazione Agnelli.

Su un punto sembra esserci una piena e convinta condivisione di tutti: il miglioramento della qualità e dell’equità della nostra scuola dipende assai più dallo sviluppo positivo dei processi di medio-lungo periodo che dalla riforma dei contenitori. E sulla definizione e implementazione di questi processi, destinati ad interessare più legislature e governi, andrebbe cercata la massima condivisione sul piano politico e scientifico.