Scuola, prove di autunno caldo

Insegnanti col lutto al braccio, girotondi fuori le scuole, volantini che inneggiano alla ”jurassic school della Gelmini”: nel segno della protesta è iniziato l’anno scolastico 2008-2009.

Le piazze più calde sono state quelle di Roma e Firenze, dove decine di insegnanti si sono presentati in aula con la fascetta nera in segno di lutto per la morte della scuola. Al centro della protesta è il decreto sulla scuola varato dal governo, del quale risultano particolarmente invisi, tra gli insegnanti, la riduzione dell’orario a 24 ore settimanali e il maestro unico.

In alcuni casi, la protesta degli insegnanti ha raccolto la solidarietà dei bambini e dei loro genitori, elemento che ha scatenato il risentimento del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, che, in una nota ha dichiarato di trovare “vergognoso che si strumentalizzino i bambini per cavalcare proteste che sono solo politiche”.

L’inquilino di viale Trastevere ha ricordato che “per tutti i bambini il primo giorno di scuola è una festa, un momento di gioia e allegria, non certo un’occasione per terrorizzarli. Sembra non conoscere limite, invece, l’opera di disinformazione e allarmismo messa in piedi da chi difende lo status quo di una scuola che per come è strutturata oggi non può avere un futuro”. La Gelmini ha concluso che “la scuola non può essere utilizzata come un luogo di battaglie politiche”.

Le ragioni del dissenso sono invece difese dalla responsabile della scuola del Pd, Maria Coscia, che spiega che le proteste di oggi ”sono del tutto autonome e spontanee”, perché quella della Gelmini ”è una controriforma che vuole azzerare il servizio pubblico, riducendo le scuole e l’orario scolastico’‘.