L’ordinanza De Luca può far saltare il concorso straordinario della secondaria?

L’ordinanza n. 73 del 15 ottobre 2020 della regione Campania, con cui il governatore Vincenzo De Luca ha disposto che fino al 30 ottobre non ci saranno più lezioni in presenza nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie e nelle università, potrebbe avere come conseguenza anche la chiusura di scuole e atenei campani, e ciò potrebbe mettere a rischio la macchina organizzativa del concorso straordinario voluto fortemente dalla ministra dell’istruzione Azzolina.

A dire il vero una lettura attenta dei dispositivi dell’ordinanza non consente di individuare esplicitamente la previsione di chiusura degli uffici pubblici, comprese, pertanto, le scuole e gli atenei (si parla di sospensione delle attività didattiche), ma il dubbio sui suoi effetti concreti resta e va chiarito immediatamente, perché negli stessi giorni in molte scuole e atenei campani, come nel resto d’Italia, sono in calendario, mattino e pomeriggio, prove scritte del concorso straordinario della scuola secondaria che si svolgeranno in aule e laboratori delle istituzioni scolastiche appositamente predisposti.

Per alcuni tipi di prove convergono candidati di altre regioni.

I candidati che, come da calendario definito dall’Amministrazione scolastica, accederanno ai locali scolastici della regione sono complessivamente 3.385.

Più precisamente, distribuiti in aule e laboratori soprattutto di istituti superiori delle province campane, il 22 ottobre parteciperanno alla prova scritta 190 persone, il 26 ottobre altre 541, il 27 ottobre 794 candidati, il 28 ottobre 787, il 29 ottobre 554 e il 30 ottobre altri 519.

Se, dunque, venisse disposta anche la chiusura delle sedi scolastiche e universitarie come era successo nella primavera scorsa, quelle migliaia di candidati vedrebbero mettere a rischio un futuro di lavoro atteso da anni senza avere la sicurezza di un recupero.

Inoltre potrebbero esserci conseguenze notevoli con ripercussioni nazionali sulle stesse prove scritte del concorso straordinario previste in contemporanea in quei giorni.

Una situazione simile si verificò nell’autunno del 2018 per il concorso a dirigenti scolastici, quando a Cagliari un’ordinanza del sindaco dispose la chiusura degli uffici pubblici, scuole comprese, vanificando la prova preselettiva a cui dovevano partecipare i candidati sardi.

Dopo varie polemiche, la prova venne ripetuta per i soli candidati esclusi.

Per la situazione campana il recupero delle prove eventualmente non svolte tuttavia non sarebbe possibile, per due ragioni: innanzitutto il bando esclude la ripetizione della prova anche se la mancata presenza è dovuta a causa di forza maggiore, ma soprattutto – a differenza di quanto avvenuto a Cagliari dove la prova era unica – in questo caso, invece, occorrerebbe replicare le prove per 23 classi di concorso che sono a calendario dal 22 al 30 ottobre solo per la Campania, chissà come e chissà quando.

Se non si forniscono chiarimenti e soluzioni immediate, il caso Campania potrebbe mettere a rischio l’intero concorso straordinario o determinarne il rinvio, come peraltro da settimane chiedono i sindacati, una parte dell’opposizione e ora in maniera più esplicita anche il Partito Democratico. La responsabile scuola del PD, Camilla Sgambato, senza citare esplicitamente l’ordinanza campana, ha affermato: “Alcune regioni stanno in questi giorni decidendo di chiudere le scuole in via precauzionale. Pertanto, lo svolgimento di concorsi in questa fase di aumenti esponenziali della curva del contagio da Covid espone a rischi enormi non solo i partecipanti al concorso, ma anche il personale dei plessi scolastici che dovrebbero ospitarli per l’espletamento delle prove”.

Per questo invita ad una riflessione per un rinvio.

Insomma diffusione del contagio e quadro politico – acceso dalla disposizione della Regione Campania, fortemente contestata dalla ministra Azzolina – mettono a rischio il già accidentato percorso del concorso straordinario per la stabilizzazione di 32 mila docenti precari.