
Scuola italiana sempre più rosa: alle superiori 2 prof su 3 sono donne

Il Portale scuola del Ministero dell’Istruzione e del Merito riporta per l’anno scolastico 2021-22 molti dati del personale scolastico, tra cui anche quelli riferiti al genere. Relativamente ai docenti di ruolo delle scuole statali sono complessivamente circa 580mila le insegnanti donne su un totale di circa 700mila, pari all’83%. La situazione tra le regioni nell’insieme di tutti settori non è omogenea. La regione che ha il più alto tasso di femminilizzazione è il Lazio con l’85%, seguita dalla Liguria con l’84,6% e dalla Lombardia con l’84,2%. Al contrario, il Molise ha il 79,7%, preceduto dalla Basilicata con l’80% e dalla Sardegna con l’80,3%. Nel complesso sono le regioni del Centro Italia ad avere il più elevato tasso di femminilizzazione con l’84,2%, mentre le isole registrano il tasso più basso con l’80%.
Docenti di ruolo scuole statali – 21/22
Aree |
Totale |
di cui Donne |
|
Centro |
131.363 |
110.648 |
84,2% |
Nord Ovest |
151.609 |
127.683 |
84,2% |
Sud |
192.220 |
159.744 |
83,1% |
totale |
698.896 |
579.330 |
82,9% |
Nord Est |
106.847 |
87.811 |
82,2% |
Isole |
116.857 |
93.444 |
80,0% |
Le insegnanti donne nella scuola dell’infanzia sono mediamente più del 99% del totale (99,2%), una percentuale pressoché immutata sostanzialmente negli anni. Le variazioni territoriali sono minime e vanno dal 99,7% del Molise al 98,7% della Sicilia.
La scuola primaria sembra essere destinata a ridurre il divario tra i docenti dei due generi, assumendo quasi le caratteristiche della scuola dell’infanzia. Il range nella scuola primaria è abbastanza contenuto, rispetto al tasso medio nazionale del 96,3%, e va dal tasso massimo di femminilizzazione del 97,4% in Abruzzo al tasso minimo del 95,4% della Sicilia.
È ben diversa invece la situazione della scuola secondaria sia del primo che del secondo grado dove la forbice è piuttosto ampia. Per la secondaria di I grado il tasso medio nazionale di femminilizzazione si avvicina all’80% (otto donne ogni dieci), già raggiunto e superato dalla Liguria (80,9%), dal Lazio (80,3%), dal Piemonte ed Emilia R. (30,1%) e dall’Umbria (80%). Anche il Nord Ovest ha raggiunto il tasso dell’80%. Sono, invece, con tassi notevolmente inferiori alla media nazionale il Molise (71,2%), la Basilicata (72,9%), la Calabria e la Sicilia entrambe al 75%. Nel Mezzogiorno la presenza maschile, in forza anche di una tradizione culturale, frena l’avanzata delle donne in cattedra, il cui tasso resta sotto il 77%.
Docenti di ruolo secondaria I gr. – 21/22
Aree |
Totale |
di cui donne |
|
Nord Ovest |
31.681 |
25.348 |
80,0% |
Centro |
26.978 |
21.455 |
79,5% |
Nord Est |
21.524 |
17.072 |
79,3% |
Totale |
145.426 |
113.634 |
78,1% |
Sud |
44.168 |
33.914 |
76,8% |
Isole |
21.075 |
15.845 |
75,2% |
Nella scuola secondaria di II grado il tasso medio nazionale di femminilizzazione è del 66,5%, corrispondente a due docenti su tre. Rispetto a questo tasso medio, le regioni con la percentuale più elevata di donne in cattedra sono il Lazio (70,1%), la Liguria (69,2%), l’Emilia R. e l’Umbria con il 68,1%. Registrano, invece, un tasso inferiore la Sardegna (62,2%), il Friuli VG (63,4%), il Molise e la Sicilia (64,1%).
Docenti di ruolo secondaria II gr. – 21/22
Aree |
Totale |
di cui donne |
|
Centro |
31.695 |
46.400 |
68,3% |
Nord Ovest |
32.325 |
48.227 |
67,0% |
Sud |
48.192 |
72.226 |
66,7% |
totale |
156.287 |
234.863 |
66,5% |
Nord Est |
23.547 |
35.763 |
65,8% |
Isole |
20.528 |
32.247 |
63,7% |
La situazione in Europa
La tendenza alla maggiore femminilizzazione non è peraltro un fenomeno solo italiano. In testa alla classifica europea, secondo Eurostat (dati 2019), si trovano i Paesi dell’ex blocco sovietico. Nell’ordine Lettonia (87%), Lituania (85%), Bulgaria (84%).
Ma l’Italia con il suo 83% (dati 2021-22) si è portata a ridosso di questo gruppo, del quale fanno parte anche la Slovacchia e l’Ungheria. Il Paese europeo che nel 2019 aveva il minor tasso di femminilizzazione era la Danimarca (62%), seguita da Lussemburgo (65%) e Spagna (66%), ma anche la Francia, la Svezia e la Germania stanno sotto la media europea.
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