Scuola e politica/2. …ma soprattutto di società civile

Il processo di aggregazione, essendo la sinistra radicale esclusa dal Parlamento, viene promosso soprattutto nella “società civile”, tra i movimenti, le associazioni, i sindacati, i gruppi spontanei che si formano nella rete.

In questa ottica la più importante associazione professionale di insegnanti tradizionalmente orientati a sinistra, il CIDI (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti), il Coordinamento Genitori Democratici (CGD) e il neonato Coordinamento “Non rubateci il futuro” hanno realizzato e diffuso un vademecum per le iscrizioni scolastiche, una sorta di contro-circolare sulle iscrizioni che invita i genitori a rifiutare gli anticipi di iscrizione alla scuola dell’infanzia, e a chiedere sempre e dovunque il “tempo pieno” nella scuola primaria (o almeno le 30 ore con la mensa), la conferma delle compresenze, la seconda lingua comunitaria e il tempo prolungato nella scuola media, un indirizzo di scuola secondaria superiore (e non i corsi professionali).

Una linea non diversa, e anzi sostanzialmente simmetrica a quella tenuta dal sindacato scuola della Cgil, la Flc, che attraverso un puntiglioso articolo di Maria Brigida, componente della segreteria, pubblicato sul periodico della Confederazione Rassegna.it, analizza i diversi livelli del sistema scolastico, consigliando ai genitori di effettuare scelte analoghe. Note da tempo sono anche le dure posizioni anti-Gelmini espresse dall’associazione “Proteofaresapere”, vicina alla Flc-Cgil, e da Legambiente scuola, vicina ai Verdi.

L’obiettivo di questo variegato schieramento sembra quello di far maturare dal basso, a partire dalle scuole, una forte pressione sociale che sia nel medesimo tempo antagonista nei confronti delle politiche scolastiche governative e protagonista nel dibattito sulle strategie della sinistra, nel tentativo di condizionare “da sinistra” la linea del PD e/o di costruire un soggetto politico alternativo a questo partito.