
Scuola e politica/2. Ma servono intese ampie…
Il clima preelettorale assottiglia i margini di manovra delle “colombe”, che pure non mancano all’interno dei due schieramenti, o per meglio dire all’interno dei due maggiori partiti, PDL e PD, essendo i sostenitori del dialogo assai rari nella Lega da una parte e nelle due formazioni della neo-sinistra estrema dall’altra. Nell’UDC ci sarebbero, ma non in campagna elettorale…
Così l’appello a cercare soluzioni condivise per la soluzione dei problemi più complessi della scuola italiana, come quello della valutazione e della carriera degli insegnanti, viene in questa fase non dall’interno del circuito politico ma da un soggetto esterno come Confindustria. Lo ha detto con chiarezza il direttore dell’area Education della Confindustria Claudio Gentili in occasione di un recente convegno dell’ANP dedicato proprio alla questione della carriera docenti. Rivolgendosi direttamente al ministro, intervenuta al convegno, le ha ricordato che in materia “serve un consenso ampio, politico e anche sindacale“, e che “sulla valutazione dei docenti si sono bruciati ministri forti come Luigi Berlinguer e il francese Claude Allègre…”.
Per la verità Mariastella Gelmini non è sembrata disposta a raccogliere l’invito di Gentili. “La necessità di impostare una carriera degli insegnanti non è più procrastinabile“, ha detto il ministro, ma la sua collega di partito Valentina Aprea, presidente della commissione Cultura della Camera, è apparsa più possibilista sul fatto che in Parlamento si possa aprire un dibattito sulla carriera dei docenti, da definire per via legislativa a partire dal disegno di legge da lei stessa presentato.
Si delinea così, anche se prenderà corpo solo dopo le elezioni del 6-7 giugno, un ruolo del Parlamento come luogo di mediazione e stanza di compensazione rispetto alle asprezze dello scontro sulla politica scolastica. Perché il partito trasversale delle colombe abbia possibilità di manovra, tuttavia, occorrerà un punto di riferimento forte anche a livello sindacale. Ed è in questo spazio, verosimilmente, che si muoverà soprattutto la Cisl di Bonanni e di Francesco Scrima.
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