Scuola e politica/2. Da Garavaglia a Fioroni-Bastico. Si fa più aspro lo scontro sulla scuola

La Garavaglia e la sua linea sono state infatti travolte dall’avvento alla guida del PD di Dario Franceschini, che ha sciolto il governo ombra e ha affidato la responsabilità della politica scolastica al ticket Fioroni-Bastico, cioè al ministro e viceministro di un governo, come quello presieduto da Romano Prodi nella XV legislatura, che si era retto su una maggioranza comprendente la sinistra cosiddetta “radicale”.

La svolta impressa da Franceschini al PD in diversi ambiti, dalla politica economica a quella sociale a quella istituzionale, è dovuta secondo molti osservatori anche all’avvicinarsi delle elezioni europee. Essa comporta una più forte caratterizzazione “partisan”, e l’assunzione di una linea più aspramente antigovernativa, linea che si è manifestata, nel settore dell’istruzione, attraverso dichiarazioni polemiche dei nuovi responsabili.

Per Giuseppe Fioroni “la scelta delle famiglie boccia la riforma Gelmini e il suo smantellamento della scuola elementare“, il ministro Gelmini “racconta bugie“, e “pretende di fare le nozze coi fichi secchi“.

Mariangela Bastico – che ha inviato alla Gelmini una proposta per la stabilizzazione del personale della scuola ( http://www.tuttoscuola.com/newsletter/allegati/ts_news_278-2.pdf) – parla seccamente di “controriforma” della Gelmini e spinge sulla difesa dei precari della scuola: un punto sul quale i nuovi responsabili scuola del PD intendono ricucire i rapporti a sinistra e con i sindacati, soprattutto con la Flc-Cgil di Mimmo Pantaleo, succeduto a Enrico Panini nel settembre 2008, ed erede della sua linea di dure rivendicazioni, mantenuta anche a scapito del deterioramento dei rapporto con gli altri sindacati di categoria.