Scuola e politica/1. Si fa più aspro il confronto in vista delle elezioni

Il ministro è in stato confusionale“, “Dite solo falsità. In Parlamento la maggioranza c’è, e si andrà avanti comunque“.

Non è una novità, ma fa egualmente una certa impressione il crescendo di accuse e controaccuse che la maggioranza e l’opposizione si stanno scambiando man mano che ci si avvicina alla scadenza delle elezioni del 6-7 giugno 2009. Elezioni europee e anche amministrative alle quali si attribuisce inevitabilmente un significato politico: di verifica del gradimento popolare per il governo a un anno dalla sua costituzione (e in una situazione di pesante crisi economica), e di simmetrica verifica della tenuta del maggiore partito dell’opposizione, il Partito Democratico, e della sua leadership attuale, scaturita dall’improvviso ritiro di Walter Veltroni dalla guida del partito.

In questo quadro anche i principali temi della politica scolastica vengono utilizzati a fini di aggregazione del consenso, e subiscono una inevitabile torsione nel senso dell’amplificazione delle polemiche pro o contro l’azione del governo. Esemplare è il caso del personale precario, docente e ATA (ma lo era stato anche nella parte finale della precedente breve legislatura, con il governo Prodi), nel quale si contrappongono le posizioni ipergarantiste della sinistra estrema, e un non nascosto pregiudizio negativo (“tanto, non votano per noi“…) che serpeggia in ambienti della maggioranza che sostiene il governo.

Un altro terreno di scontro è quello che riguarda il “tempo pieno”: non tanto la quantità, il numero delle classi che lo adotteranno l’anno prossimo (il ministro assicura che aumenteranno), quanto la qualità della relazione didattica, che a giudizio della sinistra (meglio: delle sinistre) sarebbe irrimediabilmente compromessa dal venir meno delle compresenze, cioè della logica del team teaching, quella stessa che è stata silurata dal ritorno del maestro unico/prevalente. Scontro duro (perché ultrasemplificato, ridotto a slogan per le esigenze della comunicazione di massa) anche sul voto di condotta, sui voti di profitto, sui tagli ai bilanci delle scuole, sulla riforma della governance   delle scuole e quant’altro. Fino al 6-7 giugno l’intensità delle polemiche è destinata ad crescere…