Dipendenti privati e donne. All’interno di queste categorie sono stati presi nel 2009 il maggior numero di permessi grazie alla legge 104/1992. È quanto emerge dalla banca dati del ministero per la Pa e l’Innovazione affidata a Palazzo Vidoni dal collegato lavoro (legge 183/2010).
Per quanto riguarda il settore pubblico – i cui dati sono forniti dalla Ragioneria Generale dello stato – l’analisi sulle giornate di permesso ex lege 104/1992 (riferita al solo personale a tempo indeterminato) mostra che in termini assoluti il comparto con la più elevata fruizione è quello della Scuola anche se, a causa del numero totale dei suoi dipendenti, con una percentuale (2,98%) nettamente inferiore a quella delle Regioni e Autonomie Locali (6,14%) e degli Enti pubblici non economici (8,06%).
Complessivamente, emerge inoltre che i fruitori sono più donne (59%) che uomini (41%). Sono stati inoltre stimati i costi sostenuti nel 2009: considerato pari a 31.000 euro lo stipendio medio annuo di un dipendente pubblico, in assoluto quelli più significativi si sono registrati nei settori Scuola e Regioni e Autonomie Locali per un totale di circa 325.000.000 euro.
Su 343.508 lavoratori che hanno usufruito dei permessi per legge 104/1992, quelli appartenenti al settore privato sono 232.263 (67,62% del totale) mentre 111.245 sono dipendenti pubblici (32,38% ). Quanto alla distribuzione geografica, la maggiore fruizione è stata registrata per il settore pubblico al Centro e al Sud e nelle Isole (62,29% del totale), mentre per il settore privato al Nord (53%).
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