Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Scuola e fedi religiose in Europa: alla ricerca del trialogo

Le scuole europee dovrebbero promuovere una più ampia conoscenza delle tre grandi religioni monoteiste europee, la cristiana, l’ebraica e l’islamica, e incoraggiare il dialogo, anzi il trialogo tra di esse, in modo da rimuovere alla radice, attraverso l’azione educativa, le cause dell’intolleranza e del fanatismo integralista.

E’ questa la proposta avanzata dalla Fondazione Herbert Quandt, legata alla azienda automobilistica BMW, al termine di una ampia ricerca dedicata alla presenza della dimensione religiosa nei curricoli di otto Paesi europei, tra i quali figura anche l’Italia (gli altri sono la Spagna, la Francia, la Gran Bretagna, la Grecia, la Svezia, la Finlandia oltre, ovviamente, alla Germania). La ricerca ha dimostrato che pochissimo spazio viene riservato al contributo recato dalle religioni ebraica e islamica alla civiltà europea – artistica, letteraria, filosofica – e che l’apporto della stessa religione cristiana è considerato rilevante sostanzialmente solo nel periodo medioevale (sembrava pensarla così, peraltro, anche il presidente della Convenzione europea Giscard D’Estaing, prima che si decidesse di non parlare più dell’argomento…).

Non sembra però che le scelte dei Paesi citati stiano andando in tale direzione. Anziché incoraggiare il “trialogo” culturale dentro le scuole, emerge la tendenza dei decisori politici a garantire alle diverse comunità religiose, in particolare islamiche, spazi protetti ma fuori delle scuole. In questo modo, però, aumenta il rischio di qualche forma di neocomunitarismo autoreferenziale e aggressivo, come si teme in Francia. Preoccupa anche la decisione del governo spagnolo di ripristinare l’obbligatorietà dell’insegnamento della religione cattolica a partire dal 2004-2005 (tre ore alla settimana), anche se con la possibilità di optare per corsi non confessionali di “storia delle religioni”. Tutte strade ben diverse da quella interculturale, pluralista e trialogante suggerita dalla Fondazione Quandt (www.h-quandt-stiftung.de).

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