
Scuola chiusa per sciopero e polemica per lalunno che torna a casa da solo
L'Unicobas critica la nostra rivista e se la prende con i mezzi di informazione che non informano sullo sciopero
Dopo lo sciopero di venerdì scorso, Tuttoscuola ha espresso alcune considerazioni sul fatto che in diverse località, pur essendovi insegnanti e alunni davanti alle scuole, cancelli e portoni sono rimasti chiusi perché i bidelli in sciopero non li hanno aperti, trattenendo le chiavi.
La nostra rivista si è posta alcuni interrogativi relativi ai limiti consentiti per lo sciopero in un settore particolare, come è quello della scuola, dove la legge prevede servizi minimi essenziali.
Ci siamo chiesti se non sia il caso che la commissione di garanzia chiarisca il limite di questo diritto di sciopero in simili casi e anche nella circostanza opposta (di cui abbiamo avuto successivamente conferma) ovvero nel caso in cui i docenti entrino comunque a scuola e assicurino i servizi che avrebbero dovuto svolgere i bidelli in sciopero, configurandosi questa loro prestazione straordinaria (forse) come azione antisindacale nei confronti dei bidelli in astensione dal lavoro.
Al termine di queste considerazioni, abbiamo riportato anche la notizia, raccolta da retescuole, di un bimbetto di sette anni (sette!) che, arrivato con lo scuolabus a scuola e visto il portone chiuso, se ne è tornato a casa da solo, percorrendo un tragitto insidioso e pericoloso, prima che un passante si prendesse cura di lui. E abbiamo riferito anche dell’intenzione della famiglia di sporgere denuncia per abbandono di minore.
L’Unicobas, una delle sigle sindacali in sciopero venerdì, condivide il fatto che l’episodio sia grave, ma assolve la scuola e, ignorando il fatto che l’alunno era arrivato con lo scuolabus, incolpa la famiglia “di abbandono di minore, visto che un alunno di quella età dovrebbe prima di tutto essere sempre accompagnato a scuola dai genitori e mai mandato da solo”.
Una parte delle responsabilità per l’accaduto, sempre secondo il leader Unicobas, sarebbe anche dei mass-media, in particolare del servizio pubblico radiofonico e televisivo, che non avrebbero comunicato la notizia dello sciopero nazionale.
Ma la critica non si ferma qui, perché Unicobas se la prende anche con Tuttoscuola per avere osato porre quelle domande sui limiti del diritto di sciopero alla commissione di garanzia.
La replica sindacale non entra, però, nel merito delle domande poste dalla nostra rivista, ma insiste sulla mancata o insufficiente informazione alle famiglie da parte di tutti gli organi preposti.
Concordiamo pienamente sul fatto che le famiglie debbano essere preventivamente e puntualmente informate sui possibili scioperi nella scuola, ma ricordiamo anche che il personale scolastico ha diritto di non far sapere preventivamente se vi aderirà (e molte volte a questa mancata dichiarazione non fa seguito l’adesione allo sciopero).
La proclamazione dello sciopero, di per sé, non è sufficiente a determinare la sospensione del servizio che, in molti casi, può continuare regolarmente. Ed è giusto che, in assenza di informazione preventiva dei diretti interessati, alunni e docenti si rechino a scuola.
La domanda iniziale di Tuttoscuola resta confermata tutta: è giusto che il bidello in sciopero si tenga la chiave della scuola?
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