Scomparsa la pedagogista Carla Rinaldi di Reggio Children. Onoranze solenne in sala del Tricolore a Reggio Emilia

Picchetto d’onore in Sala del Tricolore a Reggio Emilia per l’ultimo saluto a Carla Rinaldi, morta a 78 anni mercoledì 16 aprile, pedagogista di fama internazionale, presidente onoraria di Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi e professoressa all’Università di Modena e Reggio Emilia.

Direttrice pedagogica dei servizi comunali per la prima infanzia di Reggio Emilia, ha lavorato 24 anni al fianco di Loris Malaguzzi, maestro, pedagogista e filosofo dell’esperienza educativa della città, nota in tutto il mondo.

Presidente di Reggio Children Srl dal 2007 al 2016, nel 2015 ha ricevuto il Premio LEGO Premio internazionale LEGO a Carla Rinaldi di Reggio Children – Tuttoscuola.

Dal 2019 è stata co-coordinatrice del Dottorato di Ricerca industriale internazionale “Reggio Childhood Studies – From early childhood to lifelong learning”, promosso da Desu-Unimore con Fondazione Reggio Children quale partner industriale.

Nel corso degli anni ha condiviso il suo lavoro in conferenze, articoli e collaborazioni internazionali, contribuendo alla diffusione e alla conoscenza dell’approccio educativo di Reggio Emilia a livello mondiale. Tra le numerose esperienze all’estero, dove era meglio nota come Carlina, il suo contributo a diversi governi al design delle politiche educative, come in Sud Australia dove è stata per vari mesi per tre anni di seguito. È stata Visiting Professor alla Webster University (St. Louis, Missouri – U.S.A.) e alla Colorado University (Boulder, Colorado – U.S.A.).

Nel 2007 è stata membro della Commissione Tecnica Nazionale del Ministero dell’Istruzione per la valutazione della sperimentazione di servizi educativi per bambini da 24 a 36 mesi. Nel 2008 membro della Commissione Nazionale del Ministero dell’Istruzione per la realizzazione di un Curriculum Nazionale per bambini da 3 a 14 anni.

A maggio 2022 è stata invitata alla Conferenza internazionale sull’Educazione a Riyad.

Nel febbraio 2020 è stata invitata a partecipare ad un percorso avviato da Papa Francesco con il “Workshop on Education: The Global Compact”, organizzato in Vaticano, e nel 2024 è intervenuta al “Summit from Climate Change to Climate Resilience” promosso da Pontificia Accademia delle Scienze e Pontificia Accademia delle Scienze sociali.

Tra le sue tante e più recenti creature, è stata animatrice nel 2023 e 2024 del progetto PER con The.

 

L’ex ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, succeduto a Carla Rinaldi alla Presidenza della Fondazione Reggio Children, l’ha ricordata con questa sua commemorazione pubblicata sul sito della Fondazione.

Carla Rinaldi, la forza mite di un’innovazione senza confini

Carla Rinaldi ci ha lasciato oggi, a Reggio Emilia. Le parole sono sempre inadeguate di fronte al dolore della perdita di una persona cara, ma ancora di più quando quella persona ha attraversato la vita pubblica e culturale lasciando un segno profondo, autentico, inconfondibile. Carla è stata per me una guida, un’amica, una fonte inesauribile di ispirazione. È stata soprattutto una donna eccezionale: una pedagogista tra le più stimate a livello internazionale, capace di parlare al mondo intero partendo da una città che ha fatto dell’infanzia il centro della propria identità. Per molti anni è stata Presidente della Fondazione Reggio Children – ruolo che oggi ho l’onore di ricoprire – e più di recente ne era diventata Presidente Onoraria. Ma Carla non amava le cariche, e mai le ha fatte pesare: era una figura di riferimento perché incarnava una visione, non perché la rivendicava. Chiunque abbia incrociato il suo cammino lo sa: Carla aveva il dono raro della mitezza forte. Una forza gentile che sapeva far crescere, accompagnare, entusiasmare. È stata la più diretta erede di Loris Malaguzzi, il pedagogista che ha fondato il Reggio Children Approach, e ha saputo tradurre e rinnovare quel pensiero per il nostro tempo, allargandone l’orizzonte, portandolo oltre i confini dell’Italia, facendo della pedagogia reggiana un linguaggio universale, parlato in tante lingue e riconosciuto in tutto il mondo.

Innovare, per Carla, non era una parola di moda, ma un atto quotidiano di responsabilità. In un’epoca che cerca spesso soluzioni facili, lei insisteva sulla complessità, sul valore del dubbio, sull’ascolto come forma di ricerca. La sua voce era sempre pacata, eppure nessuno riusciva a restarle indifferente. Perché c’era coerenza tra ciò che diceva e ciò che faceva. Perché ogni parola era nutrita dall’esperienza. Per Carla, i bambini erano cittadini a pieno titolo, portatori di diritti, di intelligenza, di bellezza. Mai “piccoli adulti”, ma persone intere, capaci di pensiero e immaginazione, con il diritto di essere ascoltati e di vivere in contesti educativi che rispettino e valorizzino la loro unicità. Questo sguardo ha cambiato il modo di fare scuola in molte parti del mondo. Ha cambiato anche la formazione degli insegnanti, dei pedagogisti, dei genitori. Ha reso l’educazione una questione civile e collettiva. Nel suo lavoro Carla ha intrecciato con naturalezza la ricerca pedagogica con l’arte, la scienza, la filosofia, l’architettura. Non concepiva il sapere come un recinto, ma come un ecosistema aperto, dove ogni disciplina può contribuire a comprendere meglio il mistero della crescita. Ha costruito reti di dialogo tra città, scuole, università, fondazioni, in Italia e all’estero. Ha viaggiato ovunque, portando con sé il cuore di Reggio Emilia, senza mai cedere all’autoreferenzialità. Ha sempre restituito più di quanto riceveva. Non si è mai stancata di scommettere sul futuro, anche quando questo sembrava incerto. Durante la pandemia, ha scritto e parlato con lucidità sulla necessità di ripensare i contesti educativi, senza cedere al timore,

ma anzi rilanciando la fiducia come base per ogni progetto. E lo ha fatto non per ottimismo, ma per profonda convinzione etica: educare, per Carla, era il modo più serio di prendersi cura del domani. Oggi che ci manca, il suo vuoto ci appare immenso. Ma sarebbe sbagliato pensare che la sua voce si sia spenta. In realtà continuerà a risuonare nei nidi e nelle scuole dell’infanzia, nei pensieri dei tanti che l’hanno incontrata, nelle politiche educative che ha contribuito a ispirare, nelle bambine e nei bambini che, grazie a lei, sono stati visti, accolti, valorizzati. Alla Fondazione Reggio Children ci sentiamo oggi orfani, ma anche eredi. E non è un’eredità qualsiasi: è una chiamata all’impegno, alla ricerca continua, all’ascolto profondo. È un invito a non smettere di guardare il mondo con gli occhi dell’infanzia, con il coraggio della curiosità, con la responsabilità di chi sa che ogni gesto educativo costruisce il futuro. Carla, nel salutarci, ci lascia un compito: non interrompere mai il dialogo tra le generazioni, continuare a credere che l’educazione è la forma più alta della politica, e che la bellezza – anche nei luoghi dell’infanzia – è un diritto di tutti. Grazie, Carla, per ciò che ci hai insegnato. Continueremo il cammino che ci hai indicato, con la tua stessa passione, lo stesso rigore, la stessa dolcezza.