Sciopero/1. Come è andata per la scuola?

Lo sciopero quasi generale di venerdì 17 (giorno scaramantico propizio o sfavorevole, per chi?), preceduto dalla comunicazione della Commission di garanzia che ha declassato lo sciopero generale, e dalla precettazione del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, che ha ridotto la durata dello sciopero dei treni, ha coinvolto ovviamente anche il mondo della scuola.

Studenti sono scesi in piazza a fianco di lavoratori del privato, lasciando vuote molte classi; i soliti comunicati pilateschi di molti dirigenti scolastici hanno indotto i genitori degli alunni di infanzia e primaria a tenersi in figli a casa.

Piazze piene di manifestanti e aule vuote di alunni non bastano ad affermare che il personale scolastico ha aderito massicciamente allo sciopero o comunque vi ha partecipato in quantità notevole e convinta.

La prova oggettiva di adesione ce la dà il cruscotto degli scioperi nel Pubblico Impiego, uno strumento del Dipartimento della Funzione Pubblica che raccoglie i dati dal territorio in tempo reale, fornito, per il settore dell’istruzione, dagli uffici delle istituzioni scolastiche.

Alle ore 19 del 20 novembre la rilevazione provvisoria del cruscotto 305-Nazionale17112023-190355.pdf (funzionepubblica.gov.it) ha registrato questi dati pressoché definitivi: personale in servizio 1.155.482, personale aderente allo sciopero 72.633, personale assente per altri motivi 102.739, percentuale di adesione 6,89%. Poiché la rilevazione riguarda quasi il 100% del personale scolastico, difficilmente l’eventuale incremento della percentuale di adesione potrà registrare scostamenti notevoli.

I numeri sono come pietre e non si prestano a interpretazioni.

Le dichiarazioni sono parole che non possono scalfire le pietre.

Quel 6,89%, ancorché non definitivo, sancisce un trionfo o un tonfo?

Per approfondimenti:
Scioperi con pochissimi scioperanti e… tante scuole ferme. Dossier scaricabile gratuitamente

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