Sciopero scuola 31 ottobre: motivi e rivendicazioni

Studenti e lavoratori della scuola si uniscono in un autunno di mobilitazioni che promette di far sentire la propria voce. Domani, 31 ottobre, si terrà uno sciopero scuola dell’intera giornata, proclamato dalla FLC CGIL, coinvolgendo docenti e personale ATA. Questo evento sarà seguito da uno sciopero studentesco il 15 novembre, con entrambi gli appuntamenti mirati a ottenere risposte concrete dal Governo in merito alla manovra economica.

Le principali rivendicazioni della protesta ruotano attorno alla richiesta di un contratto giusto e di un lavoro stabile. Secondo una nota della Rete della Conoscenza, la recente legge di Bilancio, presentata in Parlamento, non prevede risorse aggiuntive per i rinnovi contrattuali 2022-2024 e non affronta il problema del potere d’acquisto, già eroso da un’inflazione che si aggira intorno al 18%.

Sciopero scuola 31 ottobre: il Problema del Precariato

Un tema centrale del malcontento è il precariato nel mondo scolastico. Attualmente, uno su quattro tra i lavoratori ATA e i docenti opera senza un contratto stabile. Questa condizione non solo compromette le vite di coloro che lavorano nel settore, ma ha ripercussioni negative anche sulla qualità della didattica e sull’esperienza educativa degli studenti.

Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL, ha dichiarato: “Lo sciopero è anche un’affermazione per una scuola democratica, in netto contrasto con le riforme autoritarie del ministro Valditara. In queste mobilitazioni riaffermiamo la nostra opposizione a un modello educativo che riduce l’offerta formativa a vantaggio dei privati e che mira a una visione aziendalistica dell’istruzione”. Fracassi ha evidenziato le preoccupazioni riguardo ai nuovi strumenti di valutazione e all’istituzione di classi “differenziali” per alunni non italofoni, sottolineando che le istanze di lavoratori e studenti non sono state ascoltate.

Sciopero scuola 31 ottobre: la Voce degli Studenti

Anche il corpo studentesco si prepara a scendere in piazza. “Il 15 novembre scioperiamo per chiedere una riforma della rappresentanza che dia voce agli studenti”, ha dichiarato Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione Degli Studenti. Martelli ha sottolineato la necessità di costruire un’opposizione alle riforme del rapporto scuola-lavoro, che, a suo avviso, stanno accelerando l’inserimento lavorativo degli studenti in modo poco equo.

Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, ha aggiunto: “Il 31 ottobre saremo al fianco dei docenti, mentre il 15 novembre mobiliteremo gli studenti in tutto il Paese. Non possiamo più tollerare leggi che trasformano le scuole in ambienti di repressione e che dimenticano l’importanza di formare cittadini consapevoli”.

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