Sciopero dirigenti scolastici: ‘il 60% ha incrociato le braccia’

Sciopero, tutto sommato, riuscito, quello che martedì scorso 20 aprile ha visto astenersi dal lavoro i dirigenti scolastici e i docenti delle alte professionalità.
Secondo i sindacati organizzatori – l’Anp e l’Anquap – l’adesione è stata di circa il 60%: una cifra molto alta e, se confermata dal ministero dell’Istruzione, quasi da record per il comparto scuola che, quando va molto bene, sfiora al massimo il 50% di adesione ad uno sciopero.

A seguito della giornata di astensione la confederazione dei dirigenti pubblici ha inviato al presidente del Consiglio Berlusconi una lettera aperta nella quale esprime grande delusione per le promesse espresse dallo stesso premier un anno fa quando al Forum della Pubblica Amministrazione egli aveva affermato che “.. la capacità di efficienza e qualità della Pubblica amministrazione è tra i fattori che creano ricchezza nel paese e che il suo Governo avrebbe fatto ogni sforzo per renderla sempre più moderna, aiutandola a competere con quella delle altre nazioni europee…“.
Ma, dopo un anno, scrivono Rembado, presidente Cida, Zucaro, presidente del settore Funzione pubblica Cida, e D’Ambrosio, segretario Dirstat, “…ancora oggi noi ci vediamo costretti a rivendicare diritti sempre promessi e mai applicati. A inseguire regole e riconoscimenti di fatto mortificati, se non addirittura negati…”.

Per inciso, è bene ricordare che i dirigenti scolastici, impegnati in prima linea ancor più per effetto della riforma imminente, attendono il rinnovo del loro contratto scaduto da due anni e mezzo.