Sciopero dirigenti scolastici 25 maggio: scioperi della fame e manifestazioni a sostegno rivendicazioni

Settimana calda per i dirigenti scolastici. Da tempo denunciano carichi di lavoro crescenti a fronte di una stagnante situazione stipendiale e ora hanno deciso di dare visibilità al loro malcontento. Con le modalità scelte dalle diverse sigle sindacali che li rappresentano. L’Anp, l’organizzazione sindacale maggioritaria della categoria, scenderà in piazza giovedì, 25 maggio.

La manifestazione si svolgerà in mattinata, a due passi dal ministero dell’Istruzione, in piazza San Cosimato, a Trastevere. Contemporaneamente un presidio di alcune centinaia di dirigenti sarà in Piazza Montecitorio, per incontrare i parlamentari e illustrare loro le ragioni della protesta. “Le motivazioni sono molte e riguardano – spiega il presidente dell’Anp Giorgio Rembado – varie criticità: i dirigenti scolastici le conoscono bene ma ora pretendiamo che la nostra voce venga ascoltata a tutti i livelli istituzionali. Innanzitutto vogliamo ricordare che da 17 anni ormai siamo dirigenti in tutto e per tutto ma ci troviamo a dover rivendicare la perequazione retributiva con gli altri dirigenti delle amministrazioni pubbliche rispetto ai quali il trattamento retributivo e’ molto inferiore. Una sperequazione inaccettabile, soprattutto a fronte del grande lavoro di cui ci facciamo carico ogni giorno. Chiediamo inoltre poteri commisurati alle responsabilità che dobbiamo affrontare per raggiungere i risultati nel nostro lavoro e protestiamo contro le inutili vessazioni amministrative”.

L’Udir, invece, per lo stesso giorno ha indetto uno sciopero. “Vogliamo sensibilizzare le istituzioni sul recupero del dimensionamento che – afferma Marcello Pacifico (Confedir-Udir)- ha cancellato 4mila scuole e ridotto un quarto degli organici, sull’esigenza di raddoppiare il Fondo unico nazionale, assegnato invece alle altre aree dirigenziali dello Stato, sulla mancata assegnazione dei 226 euro mensili di indennità di vacanza contrattuale, in attesa del recupero di una cifra analoga per la firma del contratto da settembre 2015, sulla necessità di conferire la Ria (perequazione interna) anche a tutti i neo-assunti dal 2001”. Ma l’Udir punta l’indice anche contro le nuove norme sulla sicurezza che attribuiscono ai presidi enormi responsabilità, anche penali.

Un’altra sigla sindacale, Dirigenti scuola, ha scelto una forma di protesta più eclatante: incatenamento e sciopero della fame davanti al Miur perché – ha spiegato il segretario generale Attilio Fratta – la categoria “non è più disposta a essere sommersa da molestie burocratiche, a essere capro espiatorio in ogni situazione, a rispondere a inadempienze altrui, a essere considerata dirigente solo per competenze e responsabilità con una retribuzione vergognosa”. Un dissenso che non è rimasto inascoltato. La ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha incontrato una delegazione dei manifestanti; ha garantito che porrà attenzione alle loro questioni invitandoli a interrompere lo sciopero della fame. Richiesta accolta dal sindacato che però ha confermato la prosecuzione del sit-in secondo il calendario formalizzato, e cioè fino a venerdì, convinta che solo continuando l’azione di forza il Governo e il Parlamento interverranno. E infatti anche la commissione cultura del Senato ha concordato con Dirigenti scuola un incontro, oggi 24 maggio.