Sciopero dei mezzi e la scuola chiude: interruzione di pubblico servizio?

Ha dell’incredibile, ma è successo a Roma venerdì 30 maggio, in occasione dello sciopero per il trasporto pubblico locale proclamato dall’Usb, unione sindacale di base.

Nonostante vi fosse la previsione di un’astensione non massiccia, come è invece capitato altre volte, e la situazione si presentasse sotto controllo quasi ovunque, complice anche il fatto che lo sciopero era previsto proprio alla vigilia del ponte del 2 giugno, alcuni istituti romani l’hanno presa tanto sul serio da decidere preventivamente di sospendere completamente le lezioni.

Nella capitale lo sciopero ha coinvolto circa il 30% dei lavoratori del trasporto pubblico, tanto che complessivamente i trasporti non hanno subito disagi pesanti e particolari.

La chiusura delle scuole, decisa autonomamente dalle singole istituzioni scolastiche, è stata certamente sproporzionata alla causa che l’ha determinata e non può trovare giustificazione, nemmeno quella (ipotetica) di una possibile assenza di una parte dei docenti bloccati dallo sciopero.

Gli insegnanti hanno l’obbligo di raggiungere la sede di servizio anche con mezzi propri; se residenti in altre città, venerdì non avevano problemi di viaggio, perché lo sciopero riguardava il trasporto locale.

Viene il sospetto che quella chiusura facesse comodo anche al personale di quelle scuole che, gratuitamente, senza ritenuta sullo stipendio, si sono trovati con un giorno di vacanza alla vigilia del ponte.

Allora, come la mettiamo? Quella serrata non si figura, forse, come interruzione di pubblico servizio?