Santerini (Demo.S-Cd): Diritto allo studio per gli alunni adottati

Il documento fornisce conoscenze e linee di indirizzo tecnico-metodologico per far sì che la scuola possa garantire ai bambini, ai ragazzi adottati e alle loro famiglie, ulteriori strumenti nel loro percorso di crescita.

Parliamo in pratica delle linee di indirizzo, frutto di una collaborazione tra Miur, Commissione Adozioni, Enti autorizzati e associazioni familiari, per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati, presentate ieri nel corso di un convegno a Montecitorio organizzato dalla deputata del gruppo parlamentare “Democrazia Solidale-Centro Democratico”Milena Santerini, presidente dell’Alleanza parlamentare del Consiglio d’Europa contro l’intolleranza e il razzismo.

Per la Santerini il diritto allo studio degli alunni adottati “va riaffermato creando una cultura dell’accoglienza a scuola, dalla Lingua 2 al rispetto della loro storia, attraverso una collaborazione tra istituzioni che costituisce un modello importante soprattutto in un momento di crisi sociale“.

E i numeri del resto parlano chiaro: nella scuola italiana, soltanto nel periodo 2010-2013, sono stati adottati circa 14mila bambini con l’adozione internazionale e oltre 4mila con quella nazionale. E molti di loro vengono adottati in età scolare.

Diviene quindi particolarmente importante preparare la scuola all’accoglienza e favorire il loro diritto allo studio.

Il documento chiede alla scuola di considerare gli alunni adottati nel loro essere come gli altri ma allo stesso tempo con alcune particolarità. Arrivano senza sapere l’italiano, ma a differenza degli alunni con genitori immigrati vivono in una famiglia dove l’italiano è madre lingua. La loro storia di abbandono comporta un carico di ansia e paura che può creare particolare vulnerabilità nell’apprendimento. Ma allo stesso tempo la mancanza di concentrazione li rende molto simili ai loro coetanei, anche a causa della diffusione della comunicazione via smartphone o online.

Soprattutto, le Linee guida chiedono alla scuola maggiore flessibilità, come ad esempio per la deroga all’iscrizione al primo anno della scuola primaria. I bambini adottati hanno, a volte, bisogno di più tempo e la scuola deve adattarsi ai loro ritmi, non viceversa. Quindi le linee guida suggeriscono in primo luogo l’adozione di buone prassi volte a individuare modalità e tempi d’iscrizione più consoni alle esigenze degli alunni adottati, oltre che i tempi di inserimento e la scelta delle classi in cui inserirli.

Il testo affronta quindi i problemi sia dal punto di vista amministrativo, sia didattico, sia psicopedagogico ma anche interculturale, dato che focalizza l’attenzione sull’identità etnica e l’integrazione con i coetanei a partire dalle “somiglianze-differenze”.

Sono anche individuati in termini specifici i ruoli che devono assumere i vari soggetti che sono coinvolti nella procedura di inserimento. In particolare, il ruolo di indirizzo e di coordinamento proprio degli USR, assegna loro la responsabilità della messa a sistema delle azioni attivate dalle scuole, allo scopo di uniformare comportamenti e procedure a livello nazionale.

Per quanto riguarda i dirigenti scolastici, visto il loro ruolo di garanti delle opportunità formative offerte dalla scuola e della realizzazione del diritto allo studio di ciascuno, viene indicato il compito di promuove e sostenere azioni finalizzate a favorire il pieno inserimento nel contesto scolastico dell’alunno adottato.

Per quanto concerne i docenti, si sottolinea la funzione che deve svolgere il referente d’istituto, chiamato principalmente a: supportare colleghi che hanno alunni adottati nelle loro classi; sensibilizzare il Collegio dei docenti sulle tematiche dell’adozione; accogliere i genitori.

I docenti, in presenza di alunni adottati in classe, hanno il compito di coinvolgere tutte le componenti scolastiche a vario titolo chiamate nel processo di inclusione di alunni adottati al fine di attivare prassi mirate a valorizzarne le specificità, a sostenerne l’inclusione e a favorirne il benessere scolastico.

Insomma,l’obiettivo delle linee guida è che la scuola sia preparata all’accoglienza dei minori adottati in Italia e all’estero e costruisca strumenti utili, non solo per quanto riguarda l’aspetto organizzativo, ma anche didattico e relazionale, a beneficio dei bambini, dei ragazzi e delle loro famiglie.

Ricordiamo che il documento è scaricabile dal sito del ministero.