Sanatoria per presidi incaricati/2: di chi la colpa?
Anche in questo caso non bisogna prendersela con i presidi incaricati che chiedono concorsi riservati o nomine “ope legis”. Fanno il loro interesse. E’ il Governo e l’amministrazione del Miur che sono responsabili in quanto hanno creato situazioni di precarietà che poi sono state congelate a vantaggio di chi “è già dentro” e a svantaggio della qualità del servizio e dei docenti giovani e competenti che “stanno fuori”.
Si sta dando soluzione a un “caso” che poteva essere del tutto marginale e contenuto, ma che è andato crescendo per la mancata indizione, nonostante le procedure nel luglio del 2001 fossero già definite, di un unico bando di concorso per dirigenti scolastici per la copertura di tutti i posti che comunque si sarebbero resi vacanti nel triennio di riferimento (2001-2003, ampiamente superato), al quale avrebbero avuto accesso tutti i docenti, con il limite del 50% dei posti riservati ai presidi incaricati.
Viceversa, il Governo, a suo tempo, ha scelto di adottare procedure separate e differite, dando la precedenza, come da promessa elettorale, al concorso riservato, mentre per l’ordinario ancora non è stata fissata la data di svolgimento della prova scritta e, cosa ancora più grave, è stato messo a concorso un numero di posti determinato in modo del tutto arbitrario.
Il provvedimento di conversione del decreto legge omnibus tornerà ora al Senato per la definitiva approvazione. Nonostante in questa fattispecie non esistano situazioni di precarietà (tutti sono titolari di un contratto a tempo indeterminato come docenti), non sono molte le speranze che prevalga il principio per cui i posti di dirigenti di ruolo vanno coperti mediante concorso aperto a tutti e dunque mediante selezione di merito e non per concorso riservato.
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