Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Salvate l’Istituto musicale Mascagni

Venti istituti musicali non statali rischiano la chiusura. Diventa decisivo l’emendamento al disegno di legge sulla riforma delle accademie, dei politecnici e degli istituti di alta formazione che sarà votato il 6 novembre alla Commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera.

L’allarme lo lancia Giulio Cesare Ricci, presidente dell’istituto di Alta formazione artistica e musicale Pietro Mascagni di Livorno e coordinatore degli altri venti istituti non statali presenti nel Paese.

L’unica soluzione – ha spiegato Ricci all’Ansa – già peraltro prevista dalla legge di riforma Afam (Alta formazione artistica, musicale e coreutica) è quella di riprendere il concetto di una lenta e progressiva statizzazione degli istituti, utilizzando i pensionamenti degli istituti statali su base nazionale”. Se la Camera approverà l’emendamento, le Regioni potrebbero intervenire per tenere in vita gli istituti fino appunto alla statizzazione.

Gli insegnanti negli istituti statali – ricorda Ricci – sono settemila e dalle stime, di questi ne va in pensione il 10% l’anno. Gli insegnanti degli istituti non statali sono 700 e nel giro di tre anni sarebbe possibile quindi assorbirli tutti”.

Solo il Mascagni di Livorno ha 500 studenti (a numero chiuso) e 45 insegnanti (30 a tempo indeterminato e 15 a tempo determinato) e vive, oltre alle rette (circa 400 mila euro di tasse di iscrizione all’anno) con il contributo di 1 milione e 69 mila euro della Provincia di Livorno e sui 996 mila euro del Comune. Se non fosse approvato l’emendamento – conclude Ricci – “saremmo costretti a chiudere”.

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