Roma, sabato di proteste: corteo per la Palestina e scuole in mobilitazione

Sabato 4 ottobre, le strade del centro di Roma saranno attraversate da una nuova e imponente mobilitazione nazionale per la Palestina. A scendere in piazza saranno studenti, giovani palestinesi, sindacati di base, collettivi studenteschi e gruppi antagonisti. Il corteo, che partirà da Porta San Paolo per dirigersi verso San Giovanni, è stato annunciato con slogan forti come “Stop al genocidio” e “Il sionismo si ferma con la resistenza”. Secondo quanto comunicato dagli organizzatori, sono attese almeno 20mila persone, ma il numero effettivo dei partecipanti potrebbe superare le previsioni, come già avvenuto lo scorso 24 settembre in occasione dello sciopero generale per Gaza. Le forze dell’ordine, preoccupate anche dagli scontri avvenuti a Milano nei giorni scorsi, hanno predisposto un piano di sicurezza straordinario, con controlli estesi ai punti nevralgici della città, dalle stazioni ferroviarie alle fermate della metropolitana.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha parlato della necessità di “serrare i ranghi” per evitare infiltrazioni violente, mentre il capo della Polizia Vittorio Pisani ha sottolineato la complessità della fase attuale. La questura di Roma, secondo quanto riportato dall’Ansa, opererà su due direttrici: rigore assoluto contro ogni illegalità e massima tutela per gli operatori di polizia. Il dispositivo definitivo sarà definito durante il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza previsto per martedì 30 settembre, seguito da un tavolo tecnico in questura nella giornata di venerdì. Sul campo potrebbero scendere anche mezzi speciali come gli idranti, pronti a intervenire in caso di disordini.

Scuole e università in fermento

Parallelamente alla protesta di piazza, il mondo della scuola e dell’università vive una fase intensa di mobilitazione. A Roma, i collettivi studenteschi Osa e Cambiare Rotta hanno concluso l’occupazione dell’Istituto superiore Rossellini, mentre il liceo Cavour, nei pressi del Colosseo, è stato preso in consegna dagli stessi gruppi.

Anche a Torino si registrano agitazioni: al liceo Einstein si sono svolte assemblee e cortei interni in tutte le sedi, mentre al Primo liceo artistico sono stati esposti striscioni con la scritta “Primo Occupato”. Le azioni sono legate alla solidarietà per la “Global Sumud Flotilla”, la missione marittima che intende rompere il blocco verso Gaza.

Negli atenei romani, Cambiare Rotta ha convocato assemblee per coordinare quello che definiscono “l’equipaggio di terra studentesco”: gli incontri si tengono tra i dipartimenti di Fisica, Matematica, Storia, Filosofia, Scienze Politiche, Lingue, Studi Umanistici e Psicologia. «La Flotilla si avvicina a Gaza e la sua missione è in pericolo», dichiarano i collettivi. Per questo motivo, rilanciano l’invito all’azione: «Se non ora, quando?».

Il 30 settembre è previsto un corteo alla Sapienza con partenza alle ore 15, finalizzato a inviare un messaggio diretto alla rettrice Antonella Polimeni e al governo Meloni. Gli studenti chiedono lo stop a ogni collaborazione accademica e istituzionale con Israele.

Dal presidio permanente iniziato l’8 settembre, il gruppo Cambiare Rotta rivendica azioni coordinate anche in altre città universitarie come Genova e Bologna, con occupazioni di rettorati e facoltà. Durante lo sciopero del 22 settembre, hanno bloccato gli ingressi della Sapienza e preso parte a un corteo che ha paralizzato Termini e la tangenziale est.

Verso un nuovo sciopero generale

Dopo la protesta del 24 settembre, che ha visto un’adesione del personale scolastico pari all’11,3%, il sindacato di base Si Cobas ha indetto un nuovo sciopero generale per venerdì 3 ottobre. Al centro delle rivendicazioni vi sono la fine immediata del conflitto a Gaza e Cisgiordania, l’interruzione delle forniture militari e delle collaborazioni culturali, commerciali e tecnologiche con Israele.

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