Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Roberto Benigni celebra l’unità d’Italia

Secondo un’opinione condivisa da tutti, con l’eccezione dei leghisti più integralisti, il “geniale istrione” Roberto Benigni, come l’ha definito Gian Antonio Stella in un intenso editoriale uscito sul Corriere della Sera di sabato scorso, ha avuto successo nella mission impossible di ridare smalto al programma di eventi per la celebrazione del 150° anniversario dell’unità d’Italia.

Lo ha fatto a modo suo, di fronte quasi all’intera popolazione italiana, perché ai 20 milioni di telespettatori del festival di Sanremo vanno aggiunti coloro che sono stati ampiamente informati dai telegiornali. Ed è stata una grande lezione di storia e anche di educazione civica, con misurati riferimenti all’attualità politica, con quella commossa evocazione del ventenne autore del testo dell’inno Fratelli d’Italia, Goffredo Mameli, morto in combattimento sul Gianicolo nel 1849 in difesa della Repubblica romana. Un testo spesso criticato per il linguaggio enfatico e di non immediata comprensibilità, che Benigni ha però spiegato con semplicità e con grande efficacia comunicativa, la stessa con la quale ha saputo presentare la Divina Commedia al vasto pubblico della TV.

Anche il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini, che nei giorni scorsi – prima della decisione del governo di promuovere il 17 marzo 2011 a giornata festiva a tutti gli effetti – aveva sostenuto l’opportunità di tenere aperte le scuole proprio per celebrare l’evento anche dal punto di vista didattico, ha colto la rilevanza dell’intervento di Benigni sotto il profilo educativo, tanto da dichiararsi favorevole alla eventuale utilizzazione del video in aula da parte degli insegnanti.

E comunque c’è da scommettere che resterà a lungo nella memoria collettiva degli italiani la flebile voce con la quale Benigni ha alla fine intonato l’inno Fratelli d’Italia. Una voce flebile, ma potente.

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