Ritorno a scuola in presenza: nel Lazio molti gli insegnanti che non si sono presentati

Il ritorno a scuola in presenza è atteso da milioni di alunni e da centinaia di migliaia di insegnanti, stanchi, gli uni e gli altri, di una didattica che, per i primi, spesso non coinvolge adeguatamente e soprattutto esclude anche i rapporti con gli amici, mentre richiede spesso, per i secondi, un supplemento di lavoro di preparazione e di presentazione che riesca a motivare.

Ma ci sono anche docenti – molto pochi – che alla didattica in presenza a scuola preferiscono la DaD da casa.

È quello che è emerso – a sorpresa ma non troppo – a Roma dove il ritorno del colore arancione da martedì per il Lazio ha consentito il ritorno a scuola in presenza di centinaia di migliaia di alunni per i pochi giorni che mancano alle vacanze di Pasqua.

Ma soprattutto per le scuole dell’infanzia e primaria della capitale, come hanno riferito le cronache locali con dovizia di casi rilevati, a scuola non si sono presentati molti insegnanti, quasi tutti provenienti dalla Campania.

È da anni una situazione critica quella del pendolarismo dei tanti docenti campani che insegnano nelle scuole romane: per loro ogni giorno c’è il disagio (e l’onere) del viaggio di andata e ritorno, per la scuola c’è la difficoltà di averli presenti soprattutto nei momenti assembleari e collegiali e di combinare orari funzionali.

Si tratta di un rapporto scuola-docenti vissuto quasi sempre con l’orologio in mano.

Con la DaD da casa, però, il problema per quei docenti non esiste: niente levatacce, niente rientri  a tarda ora. Finalmente, grazie al rosso per il covid, gli impegni di lavoro e le esigenze di famiglia si armonizzano.

Ma è arrivato, come un guastafeste, il cambio di colore dal rosso all’arancione, e il problema di sempre è ritornato, anche se soltanto per i pochi giorni che mancano alle vacanze pasquali.

Ma in tanti istituti romani, come hanno riferito i media della capitale, invece dell’arrivo degli insegnanti in aula sono arrivate nelle segreterie le richieste di congedo.

Infatti sono state decine le assenze di insegnanti che martedì sono rimasti a casa con motivazioni varie: indisposizione, assistenza a familiari per la 104, permessi per visite specialistiche, ecc.

Per loro il ponte pasquale si è allungato, mentre le scuole sono state costrette a ridurre orari e affrontare un’emergenza imprevista.

Felici gli alunni per avere ritrovato gli amici, ma sicuramente disorientati per la cattedra vuota.