Ritorno a scuola dal 14 settembre, ma mancano gli insegnanti: al Nord il 60% dei posti vacanti

Settembre si sta configurando sempre più come un mese molto difficile per la scuola italiana. Se infatti è vero che si tornerà sui banchi dal prossimo 14 settembre, è allo stesso modo vero che ci saranno oltre 85mila cattedre vuote, soprattutto al Nord. Mancano infatti più 50mila docenti (circa il 60% dei posti vacanti) in ben 6 regioni del Settentrione: Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. A far emergere la situazione sono i dati elaborati dalla Cisl Scuola. 

La situazione più critica riguarda il sostegno, dove quasi il 70% dei posti al Nord Italia è vacante. In generale un quarto dei posti rimasti vacanti è di sostegno, a conferma della particolarità del settore che, oltre ad essere caratterizzato da oltre il 40% di posti di sostegno in deroga che vanno ad aggiungersi ai 100 mila posti stabili per un totale complessivo che supera le 170 mila unità, soffre della cronica mancanza di docenti specializzati. Questo senza contare che per molti insegnanti il sostegno è anche la scorciatoia per arrivare su posto comune e possibilmente nella sede di residenza.

Tra le classi di concorso più in difficoltà ci sono poi matematica, italiano, lingue straniere: a Brescia e provincia, ad esempio, lo scorso settembre, hanno iniziato a fare capolinea in cattedra giovani appena usciti dall’università; mentre a Bologna, nei tecnici e professionali, è ormai un po’, che risultano introvabili gli ingegneri elettronici e meccanici, come pure gli informatici.

Questi 85 mila posti rimasti vacanti dopo i trasferimenti a settembre potranno essere coperti da nuovi titolari al massimo per metà con le GAE, con possibile recupero delle chiamate veloci.      

“Le cattedre vuote non sono, purtroppo, una novità e sono la conseguenza di una mancata programmazione sui concorsi degli ultimi anni. Anche per questo è importante, come ha più volte sottolineato la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che la macchina concorsuale possa ripartire al più presto, che sia invertita la rotta e si possano poi fare concorsi con cadenza periodica, senza andamenti a singhiozzo”. È quanto ha dichiarato nei giorni scorsi il Ministero dell’Istruzione annunciando di essere al lavoro per far partire al più presto i concorsi. 

 

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